Storia di Luigi Zanchetta

Luigi Zanchetta, nato a Gorcy (Francia), classe 1939, aveva proprio tutto per diventare un campione delle due ruote. Ottimo passista era anche veloce e si difendeva bene in salita. Da dilettante ottenne successi prestigiosi vincendo il Piccolo Giro di Lombardia '59 e la Coppa Italia (cronosquadre) con la SC Padovani Padova nel '59 e nel '60. Dopo aver partecipato ai Mondiali dilettanti '60 (ritirato), passò professionista con l'Atala alla fine della stagione. Nelle stagioni successive lottò ad armi pari con assi del calibro di Vito Taccone, suo compagno nell'Atala, Pierino Baffi, Gastone Nencini, Vittorio Adorni e in tre stagioni da professionista centrò anche un successo prestigioso: una tappa della Tre Giorni del Sud nell'unica edizione che si disputò, nel '61, e vinta proprio dal compagno di squadra Taccone. Nel '63 correva con la Cite e sarebbe dovuto passare alla prestigiosa Molteni di Albani, il "guru" del ciclismo a quei tempi. Ma la trattativa fallì e fu per lui una grande delusione. Dall'altra parte a fargli concorrenza c'era un astro nascente, un certo Gianni Motta che poi vincerà il Giro d'Italia del '66. Da lì per Zanchetta cominciò la lunga serie di sventure e non arrivarono più i risultati sperati. Luigi aveva già in mente di smettere quando un episodio lo convinse definitivamente: si era ritirato al Giro dell'Appennino, proprio sulla salita della Bocchetta e quasi meccanicamente portò a casa la borraccia che aveva con se. La versò poi nella ciotola di Lea, la sua cagnetta, e lei prese a correre come un razzo; correre e saltellare per ore ed ore. Capì al volo che era meglio morire bevendo un bicchiere di vino, piuttosto che per il doping, e mise fine alla sua carriera all'età di 25 anni.