Le vittorie di tappa al Giro d'Italia di Graziano Battistini

Nel '62 erano trascorsi due anni dal grande Tour del secondo posto e una serie di contrattempi (non per mancanza di volontà) lo avevano costretto a limitare l'attività. Al Giro si impose all'attenzione già al secondo giorno. Vinse per distacco la tappa Salsomaggiore-Sestri Levante e provò la gioia di indossare la maglia rosa. Fu un Giro condizionato in parte dalle nevicate sulle Dolomiti. La tappa Belluno-Moena venne infatti interrotta al culmine del Passo Rolle, dove l'abruzzese Vincenzo Meco fu primo con 3'27" di vantaggio su Baldini. A Battistini fu possibile riconquistare la maglia rosa. Per tre tappe, riuscì a rintuzzare gli attacchi, poi fu travolto dalla coalizione che favorì Franco Balmamion, vincitore del primo dei suoi due Giri senza essersi imposto in una tappa. Graziano finì all'ottavo posto, con molta amarezza in corpo; gli dissero che erano in molti ad essere gelosi della popolarità di cui godeva. Rispose che nella vita sportiva specialmente non si può essere simpatici a tutti e l'invidia è alla base di atteggiamenti che si possono definire poco onesti. Passato alla Vittadello ottenne, tre anni dopo, al Giro del '65, una vittoria di tappa da incorniciare accanto a quella di Briancon, che lo aveva reso celebre al Tour del '60. Il Giro d'Italia era cominciato a San Marino e aveva in Vittorio Adorni il campione che dettava legge. La tappa che secondo il programma, si doveva svolgere da Madesimo a Solda, venne messa in pericolo dalle abbondanti nevicate e dal pericolo delle slavine. Furono le stesse autorità dell'Anas a suggerire a Vincenzo Torriani di porre il traguardo in cima allo Stelvio, quell'anno "Cima Coppi" del Giro per onorare la memoria del campionissimo scomparso cinque anni prima. Una slavina bloccò improvvisamente la strada a trecento metri dal culmine, mentre i corridori ansimanti stavano arrivando alla spicciolata. Entrò in funzione una gigantesca turbina e il rocciatore Pirovano, titolare della scuola di sci, fu fra quelli che si misero a spalare la neve per creare un corridoio che consentisse il passaggio dei corridori. Battistini, che pedalava nelle prime posizioni, riuscì a intrufolarsi tra i minacciosi muri nevosi alti più di cinque metri e andò a vincere con dieci secondi di vantaggio su Ugo Colombo e 3'11" su Italo Zilioli, che aveva invano cercato di sorprendere Adorni, leader da otto giorni e meritatamente primo sino a Firenze, dove il Giro si concluse con Graziano in 16° posizione.
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