Storia di Pietro Rimoldi

La sua notevole stazza fisica (era chiamato il "colosso di Busto Arsizio") gli consentiva di essere un buon velocista, ma aveva in grande antipatia le salite per cui il suo bottino è rimasto alquanto limitato, anche se in parecchie occasioni ha sfiorato il successo. Ad esempio nel campionato italiano: sia nel '39 che nel '40 fu 2° battuto ai punti, rispettivamente, da Mario Vicini e Gino Bartali. Fu pure 2° nella Sanremo del '40 (dopo Bartali), era stato 3° nel '33 e per tre volte piazzato nel Lombardia e in molte altre classiche italiane. Naturalmente ebbe qualche soddisfazione nei 13 anni da professionista: in tutto una dozzina di vittorie fra le quali spiccano la Coppa Bernocchi '34, il Giro del Piemonte '38 e la Coppa Caldirola '40. Nessun successo, invece, al Giro d'Italia. Cessò l'attività agonistica nel 1942. Nel '54 aveva già composto una Nazionale ufficiosa da schierare al Tour de France aderendo alla richiesta degli organizzatori francesi senonché la Federazione italiana vietò la trasferta per punire l'intera categoria dei professionisti italiani colpevoli dello sciopero al Giro d'Italia culminato con i vergognosi "fatti del Bernina".
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