Storia di Antonio Maspes

Fanciullo-prodigio, falsificò la data di nascita per ottenere la sua prima licenza da corridore: c'era, evidentemente, predestinazione nel suo comportamento e non tanto perché i risultati furono brillantissimi sino dalle prime gare quanto per essere stato in grado di ottenere una così vasta messe di vittorie e titoli da meritarsi la definizione di più grande velocista del dopoguerra ...... sino al giorno in cui apparve all'orizzonte il giapponese Nakano che con i suoi dieci titoli iridati ha superato i sette mondiali che Maspes e Scherens avevano conseguito nella loro fulgida carriera. Ma si potrebbe anche sostenere, non certo a caso, che il nostro talentuoso campione avrebbe raggiunto per primo il traguardo di Nakano se avesse riservato alla professione del ciclista quella totale dedizione indispensabile per emergere. Le distrazioni per Maspes erano, si può dire, prevalenti, per cui solo in vista delle prove iridate si dedicava alla giusta preparazione; non sempre cogliendo, pertanto, il traguardo vittorioso al quale pareva destinato (inoltre, raramente si dedicava all'attività su pista coperta dov'era pure richiesto).
Dopo essere stato tricolore allievi e dilettanti (velocità e tandem), 3° alle Olimpiadi del '52 in tandem con Pinarello, a fine stagione passò di categoria e ottenne la prima delle sue 11 maglie tricolori. Sette volte iridato battendo in finale Plattner ('55), Harris ('56), Rousseau ('59), Plattner ('60), Rousseau ('61), Gaiardoni ('62), Baensch ('64); fu sconfitto nel '57 (4°), '58 (3°), '63 (2°), '65 (4°), '67 (4°) ultimo suo anno da professionista. Al suo attivo i Gran Premi di Parigi (5 volte), Copenaghen, Milano, Zurigo, Anversa, Aarhus, Colonia, Dortmund, Amsterdam e, fra gli altri, il record di 10"8 sui 200 metri dopo un surplace-primato con Rousseau di oltre 25' (il 21 luglio 1960). Ha avuto in due riprese l'incarico di C.T. della pista e quello di responsabile tecnico del Vigorelli nell'85-'86. E' stato pure consigliere per la pista a disposizione della FCI. Il 19 ottobre 2000 muore stroncato da un infarto nella sua casa, all'età di 68 anni.
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy