Storia di Reginald Harris

Venne definito baronetto per lo stile sfoggiato in corsa e fuori. Era dotato di uno spunto di velocità impressionante che gli valse una così vasta messe di affermazioni da fargli meritare una posizione primaria fra le massime figure della specialità alla quale, peraltro, non giovò di certo l'isolamento che si imponeva durante la stagione invernale. Anzichè partecipare alle manifestazioni sulle piste coperte con le maglie iridate conquistate in estate (fu quattro volte campione del mondo nel '49, '50, '51 e '54) restava a riposo nella sua terra.
Ferito gravemente durante la guerra sul fronte di El Alamein si riprese perfettamente e riuscì a imporsi nel campionato britannico di velocità '44, '45, '46, '47, del tandem nel '47 e '48 e arrivò al titolo mondiale dei dilettanti nel '47 a Parigi. Non la spuntò, invece, nelle Olimpiadi di Londra di fronte agli azzurri: Ghella nella velocità e Terruzzi-Perona nel tandem lo costrinsero ad accontentarsi della medaglia d'argento. Si rifece da professionista in quanto. oltre ai 4 titoli mondiali, fece collezione di Gran Premi (una dozzina) e di records sul chilometro. Nel '49 gli fu assegnato il Trofeo Gentil.
Dopo essersi ritirato nel 1957, a cinquant'anni suonati riprese le competizioni in Gran Bretagna e riuscì ad arrivare al titolo nel '74. L'anno successivo si ritirò, ma un nuovo grande rientro fu annunciato per i mondiali dell'81 anche se poi non avvenne.
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