Lucien secondogenito della dinastia Buysse

Quattro furono i fratelli Buysse arrivati a gareggiare tra i professionisti.
Lucien di questi era il secondogenito, nacque nel Febbraio 1893 a Wontergem, frazione della città di Deinze, nelle Fiandre orientali.
Trascorse l'infanzia e l'adolescenza in una famiglia dove lo sport a due ruote era estremamente considerato, anche in virtù delle gesta del primogenito Marcel, già professionista nel 1909.
Lucien ne seguì entusiasta le orme, e a soli 17 anni nella categoria debuttanti colse ben quindici vittorie; proseguì la propria maturazione tra i giovani fino al 1913, quando si aggiudicò il Giro del Belgio e la Bruxelles-Liegi.
Ormai maturo per competere con i più forti, passò tra i professionisti nel 1914, a 21 anni, appena in tempo per assaggiare l'ambiente prima che la guerra mondiale iniziasse a devastare l'Europa.
Dopo alcuni piazzamenti in corse non di primaria importanza, la stella di Lucien Buysse iniziò a brillare anche tra i professionisti piuttosto tardi, nel 1920, quando si segnalò con un 2° posto alla Liegi-Bastogne-Liegi ed un 3° alla Parigi-Roubaix; l'anno dopo colse la prima vittoria aggiudicandosi una tappa al Giro del Belgio. Lucien però aveva già 28 anni, e non sembrava un predestinato, bensì uno dei tanti che compongono il gruppo, impressione rafforzata dai risultati piuttosto deludenti raccolti anche nel 1922, dove vinse una sola corsa di importanza relativa senza mai segnalarsi nelle gare più importanti.
Con alle spalle un paio di partecipazioni deludenti in gioventù, nel 1923 Buysse decise di prender parte nuovamente al Tour de France, e per lui fu la svolta! Probabilmente le strade di Francia gli furono di ispirazione, fatto sta che riuscì finalmente a mettersi in luce, chiudendo con una vittoria di tappa e due secondi posti all'attivo, nonché un ottimo 8° posto nella classifica finale.
Alla luce dei buoni risultati ottenuti nel Tour del 1923, il buon Lucien si ripresentò al via della Grand Boucle anche nel 1924, parte integrante dell'Automoto, il team che aveva per capitano Ottavio Bottecchia.
Buysse si rivelo per Bottecchia un preziosissimo gregario, colse diversi piazzamenti ed in particolare un 2° posto nella tappa pirenaica con arrivo a Luchon, e chiuse al 3° posto nella generale, vinta dal suo capitano.
Fu in questo contesto che emersero chiaramente le grandi qualità di scalatore del ciclista belga, fino ad allora rimaste piuttosto nell'ombra. Tenace e volitivo, riuscì ad aiutare Bottecchia sulle salite più ardue e per questo motivo l'italiano lo volle al proprio fianco anche nel Tour del 1925.
Ed anche nel 1925 il duo composto da Bottecchia e Buysse si rivelò imbattibile.
Per Bottecchia arrivò il bis al Tour, per Buysse due vittorie di tappa, due secondi posti ed il posto d'onore nella generale, al fianco del proprio capitano.
Si arriva così al Tour de France del 1926. Anche in questa stagione, come di prassi in tutta la carriera, al di là del Tour le performance di Lucien Buysse restarono inconsistenti. Al via pertanto le gerarchie in squadra rimasero le stesse delle due precedenti edizioni, con Bottecchia capitano e Buysse primo gregario. Il campione uscente però, reduce da due vittorie e favorito d'obbligo, si presentò in condizioni di forma approssimative.
Nella prima tappa Buysse andò in fuga, da solo, e vinse con oltre 13 minuti di vantaggio. Non si trattava però di Lucien Buysse, ma di suo fratello Jules, il più giovane di tutta la famiglia!!!
Jules Buysse tenne la maglia di leader anche dopo la seconda tappa. Al termine della terza frazione invece dovette cederla al connazionale Van Sleembrouck.
Fu al traguardo della terza tappa che Lucien Buysse venne raggiunto da una terribile notizia: la sua figlioletta era morta. Lucien rimase scioccato, ma decise di proseguire comunque il Tour.
Dopo alcune tappe di transizione, alla decima tappa la classifica generale venne sconvolta: si arrivò infatti sui Pirenei, la frazione prevedeva 326 km con l'ascesa di diverse salite durissime. La partenza fu fissata a mezzanotte, e il vincitore, Lucien Buysse, giunse al traguardo dopo ben 17 ore!! A 25 minuti di distacco giunse il secondo classificato, e nell'arco di un'ora dall'arrivo di Buyse solamente 10 ciclisti avevano raggiunto il traguardo.
I rimanenti corridori giunsero alla spicciolata, chi in bici, chi in pullman, chi recuperato dalle auto che l'organizzazione aveva inviato sul percorso, in cerca di notizie sui ritardatari. Questo stillicidio fu determinato, oltre che dalla durezza della tappa, anche dalle tremende condizioni atmosferiche in cui si svolse. Sui corridori infatti si abbattè una vera e propria tempesta, che portò molti di loro a ritirarsi, tra cui Bottecchia.
A mezzanotte, dei 76 partenti 47 ciclisti erano giunti al traguardo con i mezzi più disparati, ed a notte fonda arrivarono altri 7 partecipanti, per un totale di 54. Gli altri 22 vennero considerati ritirati.
Lucien Buysse concesse il bis nella tappa successiva, anche questa ambientata sulle cime pirenaiche, e suggellò in questo modo la vittoria finale, accumulando un vantaggio sul secondo tale da consentirgli di correre sulla difensiva per le restanti tappe. Arrivò a Parigi con 1h e 22 min di vantaggio sul secondo, il lussemburghese Frantz.
Lucien Buysse, come abbiamo visto, vinse il Tour del 1926.
Per lui però non ci fu la possibilità di difendere il titolo, poiché l'Automoto, il team per cui correva, decise di non prendere parte al Tour nel 1927 e neppure nel 1928. Quando, nel 1929, Lucien tornò al Tour, era ormai troppo anziano per competere e non riuscì a ripetersi, finendo con il ritirarsi.
Il 1929 fu anche per altri motivi un anno infausto per Buysse, il quale durante una gara su pista a Menin cadde e si procurò una frattura alla base cranica.
Anche se formalmente Lucien Buysse continuò a correre fino al 1933, in realtà per lui l'attività agonistica ad alti livelli ebbe fine con quell'incidente.
Lucien Buysse morì a ben 87 anni, nel 1980, a Deinze.
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