11 giugno 2011 - Critérium du Dauphiné Libére

Sesta tappa del Critérium du Dauphiné Libéré, la Les Gets-Le Collet d'Allevard di 192,5, con arrivo in quota. Salita sconosciuta, il Collet d'Allevard, ma abbastanza temuta dal gruppo per le sue pendenze, un km con pendenze al 12%, con una media dell'8.4%. Non prende il via Roche, per le conseguenze della caduta di ieri. La prima parte di gara è molto intensa, molti corridori cercano di prendere il largo ma nessuna fuga riesce a guadagnare margine dopo i primi gpm. Sulle prime due cȏtes di quarta categoria passa in testa Leonardo Duque, rafforzando così la sua maglia a pois. Tra i più attivi si segnalano Gesink e Przemyslaw Niemiec, che scollina in testa al Col des Aravis, la vetta più alta della tappa di oggi. È però in fondo alla discesa che si forma una fuga importante, con otto uomini protagonisti: Gautier (Europcar), Trofimov (Katusha), Casar (FDJ), Garate (Rabobank), Finetto (Liquigas), Amador (Movistar), Seeldrayers (Quick Step), Egoi Martinez (Euskaltel). Da questo momento è il team Sky a sobbarcarsi l'inseguimento, non lasciando molto spazio ai fuggitivi, nonostante il meglio messo in classifica, Casar, abbia 5'41" di ritardo da Wiggins: il vantaggio massimo è di 3'45", raggiunto in vetta al Col de Tamie. La lunga ma pedalabile ascesa del Col du Grand Cucheron vede i fuggitivi collaborare, mentre dietro il gruppo viaggia ad un andatura regolare ma sostenuta. Ad animare la corsa ci pensa una mandria di mucche, che a 22 km dall'arrivo si pianta in mezzo alla strada nel momento più sbagliato, facendo cadere un pò di corridori, i più sfortunati sono Jeannesson e Landa Meana con il basco costretto poi al ritiro: il gruppo si fraziona e alcuni dei corridori ben messi in classifica, come Rilbon, sono costretti a spendere energie per recuperare prima della salita finale. Per i fuggitivi le speranze di successo tramontano già sulle prime rampe del Collet d'Alevard: solo Garate tenta un'ultima fiammata. Poi si mette in testa Edvald Boasson Hagen e in un chilometro riduce il gruppo a una quindicina di unità. La prima vittima illustre è Brajkovic, ma anche Hermans, Taaramae, Rui Costa e Moncoutie non riescono a tenere questo ritmo. A meno di 7 km dal termine accelera Gesink, ma una accelerazione di Rodríguez lo ferma. Poi tocca a Vinokourov che viene seguito da Rodríguez, il quale riesce a rilanciare e a piazzare un serio affondo. Il capoclassifica Wiggins soffre, ma rimane sempre coi migliori, evitando di rispondere a qualsiasi attacco. Vinokourov viene ripreso ai meno quattro dal gruppetto di Wiggins, mentre Rodríguez continua la sua cavalcata con un margine che oscilla tra i 30" e i 40" su Gesink, Van Den Broeck, Vinokourov, Wiggins e un sorprendente Kern, 12° in classifica. Evans invece paga uno scatto precedente e si stacca. Rodriguez regge bene gli ultimi quattro chilometri e può alzare le braccia, anzi solo un dito al cielo, una dedica a Xavi Tondo. A 30" si piazza secondo Robert Gesink, scattato nel chilometro finale, e a 39" Van Den Broeck, con Kern a poca distanza. Wiggins arriva a 54", pagando solo 4" a Vinokourov dopo un lungo tira e molla, mentre Evans perde 1'08" e comunque mantiene il secondo posto, con un ritardo di 1'26" Terzo diventa Vinokourov a 1'52", quarto Van Den Broeck a 2'13". Rodriguez si porta a 3'01", mentre Brajkovic, che paga 3'55" sul traguardo, scivola al 9° posto.
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