10 settembre 2010 - G.P. Cycliste de Québec

Il G.P. Québec è la prima delle due nuove classiche che portano il Pro Tour in Canada. Bellissimi scenari intorno alla città che porta il nome della regione francese e francofona dello stato nordamericano, e una prima fuga caratterizza la parte iniziale della corsa (lunga 189 km). Gli attaccanti sono: Markel Irizar e Jaroslav Popovych (RadioShack), Daniel Oss (Liquigas Doimo), Laurent Didier (Saxo Bank), Alfredo Balloni (Lampre-Farnese Vini), Dominik Nerz (Team Milram) e Bruno Langlois (Team Canada). I battistrada costeggiano il fiume St Lawrence e affrontano le Cote de la Montagne e de la Potasse in rapida successione, da ripetersi 15 volte, con tornate da 12,6 km l'una. Le strade sono strette e tortuose e si attraversano le mura della città attraverso le porte St Jean e St Louis. Si registra la caduta di Roman Kireyev (Astana) e inconvenienti per Gesink (foratura) e Ballan (problemi meccanici). Alcuni corridori escono all'inseguimento dei battistrada e durante il terzo giro cambia la situazione in testa. I battistrada, che hanno perso alcune unità, sono agganciati dai primi inseguitori e in testa, con un vantaggio di circa 3', troviamo: Balloni, Irizar, Nerz e Popovych (reduci della prima fuga) ai quali si sono uniti Jakob Fuglsang (Saxo Bank), Francois Parisien (Team Canada), Jurgen van de Walle (Quick Step), Jussi Veikkanen (FDJ), Julien Fouchard (Cofidis), Sebastien Turgot (BBox Bouygues Telecom), Elia Viviani e Valerio Agnoli (Liquigas-Doimo) Bram Tankink (Rabobank) e Maxim Gourov (Astana). E' Fuglsang che nei tratti di salita forza l'andatura e, giro dopo giro, il gruppo dei battistrada si assottiglia e il loro vantaggio tocca anche i 4'. Negli ultimi 50 km sono rimasti davanti, Agnoli, Balloni, Nerz, Tankink, Van de Walle, Fuglsang e Irizar. Il vantaggio è in fase calante grazie al lavoro di Euskaltel e Sky su tutte; ritiratosi Ivan Basso, al terz'ultimo giro Selvaggi e Charteau provano una sortita per riportarsi sui fuggitivi; ma all'inizio del penultimo giro (a 25 km dal traguardo) il gruppo annulla la fuga, ed è Fuglsang a provare un contropiede con Devenyns, mentre Chavanel non riesce ad agganciare i due. Un giro in testa per la coppia danese-belga, con pochi secondi di margine su un gruppo sempre più selezionato; e all'inizio dell'ultima tornata, in cima alla salita della Grande-Allée, un nuovo rimescolamento è prodotto da Damiano Cunego. Il veronese scatta con convinzione sulla rampa dell'arrivo e riesce ad avvantaggiarsi in compagnia di Hesjedal, galvanizzato dal correre in casa, di Breschel, attento, e di un sornione Wegmann. Con un margine tra i 10" e i 15" sugli immediati inseguitori, gli attaccanti trovano tutto sommato un buon accordo (con Hesjedal comunque a spingere con più veemenza); dietro si impegna a fondo Robert Gesink che, da solo, rientra sul quartetto di testa. In cinque quindi si presentano sui saliscendi del finale di circuito: sulla Montagne, a 3.5 km dal traguardo, Hesjedal forza e si staccano Gesink e Breschel. Ottima la risposta di Cunego, meno immediata, ma presente, quella di Wegmann. Ancora sulla Potasse Hesjedal tenta la soluzione di forza, ma a quel punto il gruppo, con una RadioShack particolarmente attiva, è molto vicino e, all'ultimo chilometro, la fuga viene annullata. Istantaneo il tentativo di contropiede di Wegmann, ma quando il tedesco si siede, parte Thomas Voeckler che guadagna subito 50 metri e trova la freschezza per portarli a 100. Il francese d'Alsazia non permette a nessuno di riavvicinarlo nel tratto finale in salita e vince meritatamente. Alle spalle di T-Blanc, tardiva volata di Boasson Hagen, poi Gesink, un delusissimo Hesjedal, Scheirlinckx e Ballan. Decimo (alle spalle di un altro italiano, Francesco Reda), Damiano Cunego, comunque protagonista.
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