8 maggio 2010 - G.P. San Gottardo

Si corre l'85° GP San Gottardo, la più antica corsa bresciana nata nel 1909, con 56 partenti; nonostante il numero non troppo elevato alla partenza ci sono molti corridori di sicuro avvenire, come un avvenire lo avrà ancora questa gara che quest'anno è stata ridimensionata per potere sostenere le spese organizzative, come spiegato da Benito Sandrini, presidente dell'US Fiessese. La corsa si disputa grazie a un gruppo di sponsor cittadini e a un piccolo contributo comunale, assente la Provincia di Brescia. Mossieri della gara due ex vincitori, Battista Martinoli (1956) e Pietro Burgio (1970), i 56 concorrenti partono subito a gran velocità e dopo poco più di mezz'ora di corsa hanno coperto 24 chilometri ad una media che sfiora i 46 km/h, sul circuito cittadino di km. 2,200. Al dodicesimo giro, il gruppo rallenta l'andatura e ne approfittano 13 corridori per portarsi al comando: Falco (Gerbi), Affonso (Progettociclismo), Zilioli, Orrico, Mossali e Holt (De Nardi Colpack), Bilato (Mantovani), Bernardelli (Lucchini Unidelta), Gozio e Farinotti (Gavardo Tecmor), Tonelli e Gritti (Cene Valseriana) e Bedin (Generali). Il gruppetto guida la corsa per 22 chilometri, vantaggio massimo 55", prima del ricongiungimento generale poco dopo un'ora di corsa volata ad oltre 45 km/h. Si susseguono poi una lunga serie di tentativi, sfociati durante il venticinquesimo giro in quello orchestrato dal corazziere Alafaci (Lucchini), dal brasiliano Affonso (Progettociclismo), Aldegheri e Guderzo (Mantovani), Gozio (Gavardo Tecmor) e il giapponese Sho Hatsuyama (Cene Valleseriana), che pedalano in perfetta armonia con un vantaggio oscillante intorno ai 40" sul gruppo con Andrea Barbetta (Cene Valleseriana) a fare da cuscinetto per una decina di chilometri. Tra i fuggitivi si rialza Guderzo (Mantovani) e subito dopo gli altri, ad eccezione di Eugenio Alafaci che non si arrende e insiste inseguito dal gruppo guidato dai corridori della De Nardi-Colpack, Mantovani e, soprattutto, dal treno composto da otto corridori della Gavardo, che riescono a ricucire il gruppo a soli 2 chilometri dall'arrivo per impostare la volata che lancia Ruffoni e Palini ai primi due posti davanti ad uno sfortunato Dal Cappello, costretto più volte a rincorrere il gruppo per due forature ed una caduta.
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