19 marzo 1946 - Milano-Sanremo

E' il 19 marzo 1946, il giorno di San Giuseppe, un martedì. Il ritrovo alla Chiesa Rossa, all'alba, il via alle 7 e mezzo. La Sanremo è la prima corsa del dopoguerra, è il ritorno alla vita. Neanche il tempo di scaldarsi, e cinque dei 115 se ne vanno, avanti. Il francese Lucien Teisseire, dorsale 102, tesserato per la Viscontea; un altro francese ma di origini italiane, Giacomo Bardelli, 119, indipendente, cioè senza squadra, ma con la speranza che, con questa evasione, presto la troverà; poi tre italiani: Tolmino Casellato, dorsale 68, compagno di squadra di Tesseire; Luigi Mutti, 36, della Olmo; e Fausto Coppi, 13, maglia biancoceleste della Bianchi. Teisseire è un signor corridore: ha vinto la Parigi-Tours del 1944. Bardelli, Casellato e Mutti sono semplici comparse. E Coppi, Coppi è già, è ancora, è sempre Coppi. A Binasco i cinque hanno un vantaggio risicato, a Pavia 3 minuti, a Pontecurone quasi 6. La statale dei Giovi passa da Tortona, poi, per andare a Novi, si deve attraversare lo Scrivia. Ma il ponte è stato bombardato durante la guerra ed sono state sistemate delle assi di legno: un pò si riesce a stare in sella, un pò si spinge la bici a piedi. A Novi i cinque hanno 8 minuti di vantaggio. A Ovada, Teisseire è stufo della compagnia, vede facce stanche e ruote a traino, dà una scrollata, e solo Coppi gli resiste. A Masone, dove la strada tira verso il Passo del Turchino, è Coppi ad allungare, e Teisseire cede. Qualche metro, qualche secondo, forse neppure mezzo minuto nel momento in cui Fausto s'infila nel tunnel che dà sulla Liguria, sulla Riviera, sulla primavera. Coppi vola. A Voltri, alla fine della discesa vanta 4 minuti su Teisseire, più di 8 sul gruppo di un Bartali polemico e arrabbiato. A Varazze, i minuti su Teisseire diventano 7, il gruppo molla. Sul viale Cavallotti, a Sanremo, i distacchi si registrano con la sveglia, se non con il calendario: perché Fausto - 293 chilometri, di cui 150 da solo, in 8 ore e 9 minuti, a quasi 36 di media - rifila 14 minuti a Tesseire, che salva il secondo posto, 18 e mezzo a Aldo Bini, che precede Bartali. Alla radio, il telecronista Niccolò Carosio, disorientato dal divario abissale, è costretto a ricorrere al mestiere e a un artificio: "Primo Fausto Coppi... e in attesa degli altri concorrenti trasmettiamo musica da ballo".
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