12 ottobre 2003 - World Championship - Hamilton (CAN)

La città canadese di Hamilton ospita l'edizione dei Mondiali 2003; 180 corridori prendono il via alle ore 9. Dovranno percorrere 21 giri di 12,4 chilometri ciascuno, per un totale di 260,4 chilometri. Il cielo è grigio e bastano poche gocce per far diventare il percorso scivoloso come una vasca da bagno insaponata. A pagarne le conseguenze sono subito gli italiani: Sacchi e Scirea sono a terra, con loro l'americano Johnson e lo spagnolo Sevilla. L'italiano Sacchi è il più malconcio: risale in bici, la coscia sinistra fortemente contusa. Neppure il tempo di respirare che al secondo curvone prima del rettilineo d'arrivo c'è un'altra caduta: a terra il russo Popovic, i francesi Renier e Moncoutié, e altri. La squadra azzurra fa quadrato; in otto-nove sono immediatamente in testa alla corsa. E' uno spettacolo bellissimo di compattezza e prontezza di riflessi. Lombardi, Di Luca, Moreni, Frigo, Paolini formano una barriera insuperabile. Il plotone rallenta. Sacchi, che è transitato sul traguardo con oltre un minuto di ritardo, può rientrare. Bettini è protetto nella pancia della "macchia azzurra". Intanto lo spagnolo Sevilla deve abbandonare. Al secondo giro, nello stesso punto della prima caduta, va giù lo svedese Larrson. Non c'è respiro. Fine del quarto giro: Bettini rompe la leva del cambio e deve ricorrere alla bici di scorta, per poi riprendere il mezzo riparato sostituendo le ruote con cerchi più robusti e pesanti. Dopo il caos iniziale il gruppo procede compatto (media intorno ai 37 km/h) fino al quinto giro quando l'olandese Moerenhout, percorsi una sessantina di chilometri dal via, attacca sulla salita di Claremont e guadagna in breve un minuto e mezzo di vantaggio. Provano a prendere la sua scia prima lo svizzero Cancellara, ma fallisce l'inseguimento, poi il colombiano Pena e il norvegese Vestol che raggiungono il fuggitivo a metà dell'ottava tornata. L'Italia controlla il plotone (ritardo di 2'50") con Frigo, Sacchi, Noè e Lombardi. Decimo giro, metà gara, il cielo si apre e la strada si asciuga; l'Italia prende decisamente in mano le redini della corsa. L'ordine di chiudere sulla fuga parte dall'ammiraglia di Ballerini e la "macchia azzurra" si lancia ventre a terra. Moreni, Frigo, Noè e gli altri in pochi chilometri riducono il distacco dai primi ad una cinquantina di secondi. Mossa tempestiva per evitare che gli uomini in avanscoperta guadagnassero troppo e costringessero poi gli azzurri ad un furioso e snervante inseguimento. E anche per ravvivare la corsa, pedalata fin lì ad una media modesta, di poco superiore ai 38,300 all'ora. Poi si muove ancora la Svizzera: Cancellara si porta sugli uomini di testa, che ora sono in quattro. Lavora per Camenzind, uno dei grandi favoriti della vigilia. Ballerini ordina un altro allungo; il gruppo si sfilaccia e si ricompatta. Ma non c'è spazio per attacchi e iniziative estemporanee. Quando gli uomini in fuga si rendono conto di avere il plotone a poco più di 30" desistono. Sulla prima salita del tracciato, la Beckett Drive, la fuga a quattro è ripresa. Il colombiano Cardenas prova un timido attacco: Moreni, Frigo e Scirea gli sono subito addosso. Impeccabile il lavoro del 39enne Scirea, il più attempato del plotone. E' un'Italia che non lascia spazio. Dodicesima ascesa alla Beckett Drive: ora le pedalate cominciano a diventare pesanti. Ci prova l'americano Horner, che trascina per qualche chilometro un gruppetto, ma ancora una volta il plotone non lascia spazio. Sette giri alla fine, in avanscoperta Wegmann, Rinero, Trenti, Gilbert, Den Bakker, Zberg, Mancebo e Moreni; un pugno di secondi di vantaggio e poi l'Italia chiude con Basso e Sacchi. Gli italiani danno il ritmo in testa al plotone. L'intento è quello di selezionare il gruppo. Ma il gran lavoro dà poco frutto. Il plotone resta fitto e compatto. Al sedicesimo giro si registra una timida puntata in avanti di Casagrande, subito rientrato nei ranghi, poi si vede Bettini per la prima volta in avanscoperta, mentre nel frattempo si ritira Sacchi. Meno quattro alla fine, esce il belga Van Goolen con lo svizzero Zberg, subito Frigo, Basso Scirea e Casagrande accelerano il gruppo. Tre giri alla fine, sulla Beckett Drive Bettini riprova un allungo; Van Petegem gli è alle calcagna, poi Miller e Horner cercano l'azione solitaria. Niente di fatto. Si giocherà tutto all'ultimo giro. Attaccano Hoy ed Elmiger, poi a 10 dall'arrivo, sulla penultima ascesa della giornata, dopo un'accelerazione di Di Luca, Van Petegem affonda e si trascina dietro Bettini, Boogerd, Camenzind, Hamburger ed Astarloa. I sei in cima alla salita hanno 10" sul gruppo. Il vantaggio sale di colpo a 25", poi, sotto la spinta di tedeschi e americani, cala fin quando sulla James St.Hill lo spagnolo Astarloa parte da dietro e si invola. La reazione non è immediata, intanto l'iberico vola. Bettini prova per due volte a riportarsi sotto, ma si vede che non ha le forze giuste ed intanto Astarloa incrementa il suo vantaggio. La sua andatura è regolare, i metri passano, arriva all'ultimo chilometro, mentre dietro Paolini, in compagnia di Valverde e Michael Barry, ha raggiunto il gruppetto di Bettini e cerca di riportare sotto il capitano. E' troppo tardi, perchè Astarloa è in apnea, ma vede ormai il traguardo ed imbocca l'ultima curva. L'arrivo è a mani alzate, mentre per il secondo posto Bettini entra bene nell'ultima curva, appaiato a Van Petegem, ma cede sia al fiammingo (terzo), sia a Valverde (secondo) che li passa entrambi a velocità doppia. Camenzind finisce dritto contro le transenne, mentre Paolini, ormai rialzato, coglie l'ottavo posto.
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy