19 marzo 1959 - Milano-Sanremo

L'edizione delle nozze d'oro. Mancano Baldini, vincitore del Giro 1958 e campione del mondo, Coppi e Nencini, infortunati, Bobet e Anquetil e altri francesi che hanno motivato la loro astensione con l'eccessivo numero di partenti e di vetture al seguito. I favori vanno ovviamente ai velocisti, soprattutto ai belgi Van Looy, Van Steenbergen, Willy Vannitsen e allo spagnolo Poblet. Dà la partenza un quindicenne, Silvio Colagrande, che il 29 febbraio 1956 ha riavuto la vista grazie all'offerta degli occhi da parte di Don Gnocchi, l'"angelo dei mutilatini". Trenta comuni delle località attraversate dalla corsa hanno voluto partecipare alla celebrazione del cinquantenario con premi-sprint per mezzo milione di lire da assegnare a chi più "si distinguerà in attacco". Punteggi a ogni traguardo serviranno a stilare una graduatoria e al primo andranno 250 mila lire, 100 mila al secondo, 75 mila al terzo, 50 mila al quarto e 25 mila al quinto. Un sussulto quando una caduta spezza in due il gruppo. Vittima illustre Poblet: per sua fortuna l'ammiraglia della Ignis è vicina e lo spagnolo rientra. Si ferma ancora per sistemare la sella nuova e grazie all'aiuto dei compagni si ricongiunge all'inizio del Turchino. Intanto davanti si è formato un plotoncino di sette, che diventano 13 a Spotorno e 24 ad Alassio: il plotone però si tiene a non oltre un minuto, e quindi controlla ogni movimento. Sul Berta ci provano prima Arnaldo Pambianco e Graczyck, ai quali si aggiungono il belga Edgar Sorgeloos e Bruno Monti. E dopo il ricongiungimento generale esce addirittura Van Looy. Logico che tutti siano addosso al vincitore della precedente edizione. C'è un po' di gloria anche per Ezio Pizzoglio che guadagna 250 metri e che scatena l'entusiasmo del pubblico al traguardo quando apprende del tentativo dell'italiano. Ma resta inevitabile la conclusione in volata. Stavolta la vecchia volpe Poblet (classe 1928) la prende da lontano sulla sinistra rasentando le transenne. Van Looy non si vede e per Poblet c'è il bis su Van Steenbergen e gli altri belgi Léon Van Daele, Marcel Demulder, Michel Van Aerde. Primo italiano è Vito Favero, sesto.
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