Storia di Enrico Paoletti

Enrico Paoletti, nato a Montebello di Orciano il 14 luglio 1933, è stato un corridore completo. Passista combattivo e tenace, madre natura gli ha fornito classe, grinta e volontà: coraggioso e volitivo, ha spesso tentato, con risultati vincenti, l'avventura solitaria. Il suo rendimento costante nelle corse e la sua indole battagliera, lo hanno portato alla ribalta nazionale come uno dei migliori dilettanti.
Da ragazzo ha lavorato al bar Centrale gestito dalla signora Edvige. Alla fine degli anni '40, con i primi sacrifici e i primi guadagni, ha messo da parte i risparmi per l'acquisto di una bici da corsa "Stucchi", esposta da Ciappi, del costo di 40.500 lire. Nel 1950 corre da non tesserato ottenendo un primo posto, mentre nel 1951 da "allievo" per la Polisportiva Alma Juventus Fano ottiene un primo e secondo posto. Nessuna vittoria da dilettante nel 1952 (solamente 13 secondi posti); nel 1953 vince a Osteria Nuova, Cesano, Carrara, Rosate (MI), Villa Ceccolini e Urbino: a settembre diventa campione regionale dell'inseguimento battendo successivamente Belfioretti, Magi e Tordini. Sarà premiato dal grande Fausto Coppi che lo aiuterà a indossare la maglia. Nel 1954 sull'anello cementato del Velodromo "Benelli" a Pesaro, si riconferma campione battendo Vittorio Castellini: complessivamente le vittorie di quell'anno saranno 8. Nel 1955 corre per la Società "Pedale Acquese" e vince il G.P. Cademartori a Como: vince anche a Milano, Varzi, Alessandria, Castelletto, Costa d'Ovada, Civitanova e Fermo. Il servizio militare non gli preclude l'attività agonistica perché il suo colonnello del IV Carristi intuisce le qualità del giovane Paoletti e gli concede i permessi per le trasferte. Come militare nella Compagnia Atleti di Roma correrà per la Società Benotto-Preneste negli anni 1956-57 ottenendo in 18 mesi ben 24 vittorie: tra cui ricordiamo il Trofeo De Gasperi a Roma, la Roma-Tuscania, Roma-Monte Acuto, Roma-Orvieto, Roma-Avezzano, il G.P. Vigorelli e il Giro della Valle del Sele, corsa nella quale rimane in fuga per 180 chilometri. Nel 1958 diventa professionista nella squadra Torpado (Cicli Torresini di Padova), ottiene un 3° posto nel Trofeo Matteotti a Pescara dietro a Ercole Baldini e partecipa al Giro d'Italia. Nel 1959 corre per la squadra Ghigi, si piazza al 4° posto nella Milano-Vignola, nella Milano-Mantova e partecipa al Giro d'Italia che correrà anche nel 1960. Con un peso forma di 62 chili, e una frequenza cardiaca di 42 pulsazioni al minuto che gli garantiva un recupero fisiologico eccezionale, Enrico Paoletti correrà sempre in modo corsaro. Tra i professionisti avrebbe potuto sfondare ma non fu così. Molto spesso in fuga veniva sacrificato al gioco di squadra: come nella Milano-Vignola del 1959 dove fu costretto ad aspettare il capitano Scudellaro; o come nel Giro d'Italia del 1960, quando corse a difesa del compagno Ovenhaers in maglia rosa. Questi tatticismi non erano per lui. Doveva correre come gregario e lavorare per gli altri, sempre fatiche supplementari e riconoscimenti pochi, neppure di sole parole. Decise di appendere la bici al classico chiodo, terminando una carriera che lo ha visto protagonista con altri due ciclisti fanesi: il coriaceo Baldarelli e il possente Tonucci.

http://www.lospecchiodellacitta.it/articolo.asp?tit=Giugno%202005&titolo=Giugno%202005%20/%20TuttoSport&id1=102&Numero=0&IDAnno=0&Azione=Find&ID=4769 (Massimo Magi)
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