Storia di Faliero Masi

Dopo una brillante carriera giovanile, passò professionista sul finire degli anni venti ed ottenne una vittoria nella Coppa Zucchi del 1933 ma rimase spesso ai margini delle prime posizioni. Non molti risultati di rilievo per un atleta comunque grintoso ed energico ma incapace di emergere a livello nazionale. Due partecipazioni al Giro d'Italia entrambre concluse con un ritiro (1931 e 1932).
Masi era attirato, oltre che dall'attività agonistica, anche dalle problematiche costruttive del mezzo che usava per competere. Anche negli anni della sua più intensa attività agonistica continuò a lavorare, come apprendista, nella stessa officina Campostrini che produceva le biciclette sulle quali correva.
Cessato di correre aprì, sempre a Sesto Fiorentino, una bottega in proprio: era così bravo e capace che ben presto venne chiamato a Milano dalla nota ditta Viscontea, di cui diventò il responsabile del reparto corse. In seguito cominciò, sempre a Milano, nei pressi del Velodromo Vigorelli, a costruire da solo le biciclette che portarono il suo nome e di cui si servì, fra gli altri, il francese Jacques Anquetil quando stabilì il record mondiale dell'ora non omologato per il rifiuto del francese di sottoporsi all'esame antidoping.
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