Mario Ricci: un signore del ciclismo

Rivista Tuttobici Numero: 10 Anno: 2003

Mario Ricci: un signore del ciclismo

di Gino Sala

Un lettore ha chiesto di includere la figura di Mario Ricci tra i miei Visti da vicino ed è con piacere che raccolgo l'invito, pur dovendo precisare che la concorrenza con questo personaggio si rifà al periodo in cui è stato commissario tecnico degli stradisti azzurri, anni dal '67 al '72, per intenderci. Ricci è nato il 13 agosto del 1914 in quel di Padova e devo rivolgermi agli almanacchi per entrare nelle sue vicende agonistiche che lo danno professionista dal 1938 al 1950. Dodici stagioni di un'attività in cui ha raccolto 23 vittorie tra le quali figurano due Giri di Lombardia. Un fior di velocista con tanti piazzamenti di rilievo, un figlio del ciclismo che mi riporta ai tempi di Coppi, di Bartali e di Magni, tempi ricchi di imprese esaltanti, di ricordi che rimangono impressi nella mente. Ero ragazzo quando nel giorno della Milano-Sanremo mi facevo largo nella folla che copriva (e copre tuttora) il curvone di Voghera e rammento di aver indovinato in Del Cancia il nome del vincitore dell'edizione 1937. Ricci arriverà secondo nel '41 e terzo nel '46.

Vent'anni dopo mi trovavo nei panni del cronista e mi sono incontrato con un vero gentiluomo, con un Mario Ricci sempre disponibile, dotato di un sorriso luminoso, riflessivo, ma anche ottimista per natura. L'esordio nel mondiale '67 di Heerlen (Olanda) dove Gianni Motta, soggiogato dalle strane idee del dottor Di Donato, finiva al quarto posto alle spalle di Merckx, Janssen e Saez. Penso ancora che il comportamento di Motta non sia stato di gradimento a Ricci e risuonano in me le parole di Dancelli che riferendosi a Gianni disse: « Ci ha condizionato tutti. Credeva di possedere le ali ed è rimasto vittima di una tattica suicida».

A distanza di una stagione il magnifico colpo d'ali di Vittorio Adorni sul tracciato di Imola. Una giornata stupenda quel primo settembre del 1968. Ricci aveva raccomandato ai suoi ragazzi di entrare in tutte le fughe. Tanto meglio, aveva suggerito il ct, se fosse nata l'azione che avrebbe potuto mettere in difficoltà il favorito Merckx. E così fu quando Adorni entrò nella pattuglia per marcare il belga Van Looy. Dietro c'era un Merckx intrappolato dall'iniziativa del compagno di squadra, davanti un Adorni che per evitare il ricongiungimento tagliava la corda quando mancavano 85 chilometri alla conclusione. Il resto è scritto a caratteri cubitali nella leggenda del ciclismo dove Adorni figura campione del mondo con una decina di minuti sul fiammingo Van Springel. Terzo Dancelli, quarto Bitossi, quinto Taccone a completamento di una domenica strepitosa per i colori italiani.

Nel '69 e nel '70 Ricci dovrà accontentarsi dei terzi posti di Dancelli e di Gimondi, nel '71 siamo in Svizzera (Mendrisio) dove tra i due emergenti c'era un Merckx che aveva la meglio su Gimondi, ma prima di dedicarsi alle formazioni dilettantistiche, Mario Ricci avrà la gioia di Gap '72, quando le medaglie d'oro e d'argento vennero conquistate da Marino Basso e Franco Bitossi. In sostanza sei anni di buoni ricordi per un ct dai toni garbati, convincente per i suoi modi di agire, un uomo che non aveva bisogno di alzare la voce per farsi capire. Ecco perché Ricci era stimato da Fausto Coppi, perché come mi ha confidato Alfredo Martini godeva dell'amicizia del campionissimo.

Non vedo Ricci da molti anni e approfitto di queste note per un caro e affettuoso saluto. Nel coro di tante voci stonate, di bla, bla, bla che stordiscono, è bello e istruttivo vedere in lui un tipo tranquillo, portato dalla ragione a far scuola. Si faccia tesoro dei suoi insegnamenti.
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy