Alfred De Bruyne

Nato a Berlare il 21 ottobre 1930, professionista dal 1953 al 1961. Bèh... sentire oggi il Bulbarelli che parla della vittoria di De Bruyne alla Parigi Tours '57, come di un mezzo furto a Bobet, fa un po' sorridere. Proprio a Bobet poi.... Fred era nettamente più veloce di Luison e che abbia giocato le sue carte era più che ovvio. La frase esternata da Bobet dopo l'arrivo, pur nella rabbia comprensibile per l'ennesimo secondo posto di quella sua stagione, non gli fa onore, perché nella sua storia, gli atti di furbizia sono stati copiosi, semmai in quella occasione ebbe di ritorno un po' di quello che aveva sovente seminato. Chiusa la parentesi e tornando al comunque grande De Bruyne, val subito la pena ricordare quanto questo corridore abbia dimostrato valori da chiaro campione, attraverso un dato: nel triennio '56-'57-'58 vinse la Desgrange Colombo, che era prestigioso campionato mondiale a punti (qualcosa di meglio delle classifiche a cui nell'odierno siamo abituati a vivere). Ed un altro aspetto non da poco, ci viene dalla considerazione che uno come Fred emerse un un'epoca, dove le leggi del gruppo nelle corse di un giorno e nelle classiche, vivevano sull'impronta gigantesca di due connazionali come Van Steenbergen e Van Looy.
Dopo esser stato un grande dilettante trasferì ben presto anche nella massima categoria le sue facoltà di corridore tatticamente perfetto, veloce e attento a giocare sempre al meglio le sue carte. La successione delle sue vittorie di maggior prestigio è impressionante. Nel '53 vinse il Giro delle Fiandre per Indipendenti e, l'anno successivo, il primo da completo prof, vinse tre tappe al Tour, ed il Circuito delle Fiandre orientali. Dopo un '55, dove comunque colse diversi bersagli nella sua terra, esplose compiutamente nel '56, stagione nella quale vinse la Milano Sanremo, la Liegi Bastone Liegi, la Parigi Nizza, tre tappe al Tour de France e colse piazzamenti in tutte le classiche (notevole il secondo posto alla Roubaix, proprio dietro a Bobet). Nel '57, si confermò un numero uno, trionfando nel Giro delle Fiandre, nella Parigi Roubaix, e nella Parigi Tours, corredandole di altre vittorie minori e diversi piazzamenti di prestigio. Ancora ottimo il suo '58, coi successi nella Parigi Nizza e nella Liegi Bastone Liegi. Nel '59, vinse per la terza volta la decana Liegi Bastone Liegi, ma nel '60, a causa di un incidente accorsogli mentre era in auto con l'amico Willy Vannitsen che guidava, la sua carriera fu compromessa. Tentò di riprendersi e nella primavera del '61, con la vittoria nella Kuurne-Bruxelles-Kuurne, recitò il suo canto del cigno. Amava l'Italia, paese che ha conosciuto bene grazie alla militanza in taluni suoi sodalizi (sapeva molto bene l'italiano). Dopo aver chiuso col ciclismo pedalato, divenne per un lungo periodo telecronista della TV belga di espressione fiamminga (frequenti i suoi duetti con De Zan), e poi, negli anni ottanta direttore sportivo. Morì nel '94 per una malattia incurabile.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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