Henri Pélissier

Nato a Parigi il 22 gennaio 1889, professionista dal 1910 al 1928. Il maggiore per età e per tangibilità agonistica, dei tre famosi fratelli francesi. Sfruttò al massimo le sue doti e la sua completezza, vincendo ovunque, anche in Italia come vedremo in questa breve disamina. A differenza degli altri colleghi dell'epoca, Henri Pélissier, si mostrò capace di inquadrare il suo sport nell'ottica più ampia della società del tempo, capendone i limiti e, soprattutto, la disumanità che si richiedeva al ciclista. Un Pantani della fase eroica del pedale, potremmo dire... Infatti, per dimostrare quanto ci tenesse a non farsi schiavizzare, si ribellò, sostenuto solo dal fratello Francis e dal compagno di squadra Ville, al patron del Tour Henri Desgrange, ed in pieno Tour de France si ritirò. Era il 26 giugno del 1924 e proprio in quel giorno incontrando lo scrittore Albert Londres diede a questi i contenuti e la spinta per realizzare un reportage che fece epoca "I forzati della strada". Anche questo aspetto, contribuì a fare della figura di Pélissier, un punto fermo della leggenda del Tour de France e non solo. Il palmares di Henri, conta su una cinquantina di vittorie, fra le quali gli acuti sufficienti per farne un colosso del pedale dell'era eroica. A livello di classiche vinse il Giro di Lombardia (da sue dichiarazioni, la classica che preferiva) tre volte, nel 1911-'13-'20, la Milano Sanremo nel 1912, la Parigi Roubaix nel 1919 e nel '21, la Bordeaux-Parigi '19, la Parigi-Tours '22 e il campionato francese '19 (2° nel '20, nel '21 e nel '24; 3° nel '23). Nelle corse a tappe, vinse il Tour de France nel 1923, con tre tappe all'attivo, delle dieci conquistate nelle varie edizioni; indossò la maglia gialla 8 volte e finì secondo nella generale nel 1914.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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