Bernard Hinault

Uno dei più grandi di sempre, uno che vinceva, ma soprattutto rivinceva e rivinceva ancora. Bernard Hinault, uno di quelli che resteranno a vita nell'olimpo del ciclismo. Nato in Bretagna ad Yffiniac nel 1953, in piena era Bobet. Comincia a correre nel 1969 catapultandosi su tanti e tanti successi giovanili. Nel 1972 è campione bretone mentre due anni dopo veste per la prima volta la maglia di campione francese in pista, nell'inseguimento. Passa professionista nel 1975 con la maglia della Gitane guidato da Jean Stablinski, l'unico successo importante arriva in pista col titolo francese nell'inseguimento, ma l'idillio con l'iridato dl 1962 non c'è. Dalla stagione successiva diventa ds Cyrille Guimard che ha smesso di correre proprio alla Gitane. Siamo nel periodo in cui in Francia esplode Thevenet e la stella di Merckx comincia ad offuscarsi. Niente di trascendentale nemmeno nel 1976. Bernard si mette spesso in mostra, arrivano 8 successi minori, ma si parla di lui come un talento. La svolta arriva nel 1977. Con Guimard l'intesa è forte e finalmente arriva risultati importanti. Hinault esplode nelle classiche portandosi a casa la Gand Wevelgem e la Liegi Bastogne Liegi. Si parla di lui come di un atleta da classiche, anche se tutti si ricredono quando il Bretone si porta a casa il Giro del Delfinato ed il Gp delle Nazioni a cronometro. Nel 1978 annuncia che prenderà finalmente parte alle corse a tappe; Vuelta e Tour. La squadra diventa Renault Gitane (l'idillio rimarrà fino al 1983). Comincia vincendo il Criterium Internazionale e sfiorando la Parigi Nizza. Partecipa alla Vuelta e stradomina: vince il prologo a Gijon, la breve crono di Barcellona, le tappe di La Tossa, Logrono e Amurio. Purtroppo la Vuelta che avrebbe dovuto terminare a San Sebastian vede l'epilogo annullato per una manifestazione dell'Eta. Da allora la Vuelta non andra mai più nei Paesi Baschi. In classifica stacca di 3'02'' Pesarrodona. Dalla Vuelta al Tour. Il suo stile di corsa furbo e sornione gli ha portato un soprannome interessante e spiritoso 'Le Bleireau'..Il Tasso. Al Tour tutti aspettano Thevenet, Kuiper, Zoethmelk ed invece Bernard che veste la maglia di campione nazionale batte tutti. Il primo colpo lo da nella tappa a cronometro di S. Foye le Grande. Nella storica tappa di Val d'Agen guida la rivolta dei corridori per la cattiva gestione di partenze e arrivi. Il gruppo con lui in testa arriva e taglia il traguardo a piedi. Vince ancora a S. Etienne, ma in classifica è attardato. All'Alpe D'Huez vince Pollentier in maglia a pois, prende la maglia gialla ma viene squalificato perché positivo al doping. La tappa va a Kuiper e Hinault, secondo rientra in classifica. Nella crono di Nancy fa doppietta; tappa e maglia, e vince il Tour. Al mondiale va in fuga con Saronni ma l'azione sfuma. Nel 1979 ecco il secondo Tour. Vince la Freccia Vallone ed ancora il Delfinato. Bernard, ormai un capo del gruppo, quel Tour lo uccide. La corsa che prevede i Pirenei nella prima settimana è annichilita. Vince la tappe a Superbagneres, Pau, Bruxelles, Avoriaz, Dijion, Nogent sur Marne e Parigi. Proprio sui Campi Elisi risponde ad una provocazione di Zoethmelk attaccando, i due arrivano soli e Bernard vince anche li. Rifila ben 13 minuti all'olandese (anche se 10' gli sono stati inflitti perchè positivo all'antidoping). A fine stagione al Lombardia da spettacolo: va in fuga a 90 km dall'arrivo portandosi dietro Contini: il gruppo, dopo essersi disinteressato della fuga per un pò, forza per riprenderli ma non ci riesce; Contini non gli da neanche un cambio e ciò nonostante all'arrivo non ha nemmeno la forza per tentare la volata.
Gli manca il Giro d'Italia, obiettivo del 1980. prima però compie una azione da leggenda nella Liegi Bastogne Liegi. Sulle cotes piove, nevischia. Il tasso se ne va e stacca tutti. Arriva a Liegi con 9'24'' su Kuiper. Vince anche il Giro di Romandia e si presenta al Giro contro Saronni, Moser e gli altri. Lascia sfogare Moser nel prologo di Genova e Saronni che vince di seguito ad Imperia, Torino e Parma. Nella crono di Pisa detronizza in rosa Moser salvo lasciare a Marcussen il successo parziale. Non è ancora tempo di tenere la maglia ed a Orvieto la lascia a Visentini. Resta sempre sornione a studiare le pieghe della corsa fino alla 14^ tappa che termina in Abruzzo a Roccaraso. Va in fuga con Panizza sul Rionero Sannitico, vince la tappa, ma la maglia va all'esperto Panizza. Nell'arrivo in salita a Pecol Valzoldana Panizza guadagna qualche secondo ma Bernard ha messo a punto un piano diabolico: nella Cles-Sondrio manda in fuga sullo Stelvio il compagno Jean Renè Bernardeau, lo raggiunge, staccano tutti e giungono a Sondrio con 4 minuti sulla maglia rosa. Bernardeau vince la tappa, Hinault il suo primo Giro. In 3 anni ha vinto tutte e tre le grandi corse a tappe. Al Tour si ritira in maglia gialla. Siamo a Pau; ufficialmente Bernard va a casa per problemi ad un ginocchio, pare però che ci sia qualche mistero. Minacce, doping. Nessuno saprà mai. Vuole il mondiale che si corre a Sallanches, su un circuito che la leggenda vuole scelto proprio da Hinault. La mattina della partenza si presenta dal massaggiatore con una bottiglia di Champagne e gli dice: "Mettilo al fresco che stasera festeggiamo la maglia iridata". Sin dal mattino il bretone si piazza davanti a fare l'andatura. Il gruppo si sgretola e nel finale restano in pochi. Ultimo giro. Hinault è solo sul Mont Domancy con uno splendido Gibì Baronchelli a ruota che però non può nulla. Si stacca e quello spumante all'arrivo viene stappato eccome. Hinault è Campione del Mondo. Il tasso è padrone. Gestisce lui il gruppo. Un giorno ad una tappa del Delfinato '81 urlò: "Oggi nessuno attacchi ultima salita, altrimenti lo mando a casa". Roche, giovanotto irlandese attaccò. Bernard lo andò a prendere. Lo staccò e mando una decina di atleti (tra cui Roche) fuori tempo massimo. Il 1981 inizia con la scommessa Roubaix. In maglia iridata Hinault (che detestava la corsa) decise di vincerla. "La odio ma sono francese ed è giusto che la corra. La vinco così poi non la farò mai più". Detto e fatto. Arrivano in volata in 5 ed il campione del mondo li batte tutti. De Wlaemick e Moser compresi. Vince il Delfinato (a cui si riferisce l'episodio sopra) e va al Tour per vendicare l'80 e fare tris. Altro dominio. Vince il prologo sulla Promenade des Anglais a Nizza, vince la crono di Pau, quella di Mulhouse e stacca tutti nel tappone di Le Peynet. Chiude col successo nell'ultima crono a Fontaney. Van Impe lo accompagna sul podio con oltre 14 minuti di distacco. Iniziano i paragoni con Merckx. Una cosa è certa. Quello che vuole Hinault lo vince. Ai mondiali è terzo dietro Maertens e Saronni. Nel 1982 si ritrova in squadra un certo Greg Lemond. Il francese rivuole il Giro. Senza grossi colpi in precedenza è proprio il Giro il primo appuntamento e già nel cronoprologo a squadre di Milano veste la maglia gialla grazie al dominio della sua Renault. La lascia ai suoi compagni Bonnet e Fignon salvo poi riprendersela nella crono di Assisi. La cede senza problemi ad un Moser pimpante che la porta fino a Campitello Matese dove il bretone la riveste. Hinault controlla senza problemi, passa indenne il Monte Grappa nella tappa di S.Martino di Castrozza ma nella tappa di Boario Terme, sul Croce Domini subisce l'attacco di Contini, Prim e Baronchelli, tre della Bianchi, con Van Impe. La tappa è di Contini e Hinault perde la maglia rosa. Nella breve tappa successiva, verso Montecampione, il bretone scappa subito, stacca Contini e vince. Contini che perde la maglia rosa è ora secondo. Nella tappa storica Cuneo-Pinerolo nessuno lo attacca. Arriva il gruppo dei migliori (in 20!!), vince Saronni e la maglia rosa è seconda. La vittoria nella conclusiva tappa a crono da Pinerolo-Torino gli regala il secondo Giro davanti a Prim e Contini. Vince il Giro di Lussemburgo e va al Tour. Lo schema è quello di sempre; bastonate a cronometro e grandi difese in montagna. Vince le tappe di Bale, la crono di Martigues e quella di S. Priest. Salite come Orcieres Merlette o L' Alpe d'Huez non lo preoccupano. Nell'ultima tappa a Parigi si inventa una volata splendida e batte tutti. Vince il quarto Tour in 5 anni con 6'21'' su Zoetemelk. Terzo il giovane Van der Velde. Nel 1983 nascono problemi. Vince la Freccia Vallone, ma durante la Vuelta ha problemi ad un ginocchio. In Spagna prende la maglia amarillo nella tappa di Castellar de N'Huc ma la perde a Vielha a favore di Lejarreta. Sembra finita per il dolore al ginocchio. Vince la crono di Valladolid e si riavvicina alla maglia che ora è di Fernandez. Ad Avila si riprende la maglia e vince la sua seconda Vuelta, da unirsi ai 4 Tour ed ai due Giri. Il suo 1983 finisce qui, il ginocchio va operato. Nel 1984 cambia squadra, sceglie una nuova formazione francese dove non avrà al fianco giovani scomodi (Fignon). La Vie Claire Terraillon. Il ginocchio è guarito ma la condizione non arriva. Al Tour è secondo, annichilito da Fignon. Vince il prologo di Montreuil, a cronometro si difende ma in salita paga troppo e Fignon lo strabatte e gli rifila 10 minuti. A fine stagione da ampi segnali di ripresa vincendo il Trofeo Baracchi con Moser, il Gp Nazioni e soprattutto il Giro di Lombardia, dove stacca tutti sul San Fermo e plana su Como. All'arrivo si volta per cercare gli inseguitori, incrocia lo sguardo di Torriani che esulta con lui. Hinault è tornato. Annuncia che correrà ancora per due anni e che a fine 86 smetterà. Prima però vuole il quinto Tour anzi; la sua terza doppietta col Giro. La sua stagione è imperniata su questi due eventi. In squadra ritrova Greg Lemond, deciso a lasciare la Renault, troppo imperniata su Fignon. Al Giro Bernard lascia sfogare gli Italiani, ma a Selva di Valgardena mette una bella ipoteca sulla corsa. Va in fuga con Visentini, Baronchelli, Seiz e Lejarreta. Termina secondo alla ruota di Seiz e lascia che Visentini prenda la maglia. Nella crono di Maddaloni rifila 53" a Moser e detronizza Visentini. Il Giro è nelle sue mani. Moser si prende qualche abbuono agli sprint, ma Hinault è sempre li. Il Giro non offre grandi salite; da Domodossola a S. Vincent sul Sempione e sul Gran San Bernardo non succede nulla così come verso Gran Paradiso (in realtà l'arrivo era a Valnontey). Decide la crono di Lucca che Moser vince ma con soli 7'' su Hinault che vince il suo terzo giro con 1'08'' su Francesco. Terzo è Lemond a 2'55''. Durante la crono finale Bernard trova chiodi sulla strada e subisce sputi dai tifosi di Moser. Al momento minimizza ma non verrà più a correre in Italia. Ed ora affronta il Tour dove gli avversari si chiamano Lemond (suo gregario) e Delgado (giovane ed ancora acerbo). Vince subito il prologo di Plumelec ma cede la maglia e non la riprende nemmeno nella cronosquadre vinta dalla sua Vie Claire. Nella crono di Strasburgo (75 km) batte Roche di 2'20'' e va ad ipotecare anche il Tour. Sulle alpi si difende mettendo un altro vantaggio su Lemond a Morzine Avoriaz dove lascia la vittoria ad Herrera. Ha 5 minuti su Greg ed i Pirenei paiono una formalità. Nell'arrivo di S. Etienne in volata Hinault cade e si frattura il setto nasale. Riparte e soffre. Verso Luz Ardiden non respira ed arriva a 4 minuti da Lemond che non lo attacca. Va meglio sull'Aubisque sempre scortato da un Lemond che vincerà di 7" la crono al Lac de Vassiviere. Hinault fa cinquina al Tour con 1'42'' su Lemond, suo alleato soprattutto dopo S. Etienne. L'ultimo suo anno è l'86. Un unico solo obbiettivo, nonostante la promessa fatta a Lemond di aiutarlo a vincere per ripagarlo dell'aiuto dell'anno prima, diventare il primo atleta a vincere 6 Tour. Comincia forte Bernard, comanda nella crono di Nantes e la tappa pirenaica di Pau lo vestono in giallo con 5 minuti su Lemond. Il giorno dopo verso Superbagneres Hinault vuole strafare e va in crisi verso Superbagneres. Lemond lo detronizza a Serre Chevalier (l'arrivo era al Col du Granon). I due litigano in corsa ma nella tappa dell' Alpe d'Huez, arrivano da soli con la famosa immagine dell'abbraccio sul traguardo. Hinault vince la crono di S. Etienne, sul Puy de Dome non succede nulla di trascendentale e Lemond anticipa Bernard di oltre 3 minuti. A Parigi Hinault è quarto in volata e sale sul podio del Tour con la maglia a pois. Vuole i mondiali in casa di Lemond ma è marcatissimo (e Fignon e Mottet che fanno corsa per se) e la vittoria va ad Argentin. Lascia quando ha ancora qualcosa da dire. Bernard Hinault il tasso entra poi nella direzione del Tour, come consigliere tecnico e come responsabile del cerimoniale. Uno dei più grandi, uno che ha vinto ma soprattutto rivinto. 5 Tour, 3 Giri 2 Vuelte 1 mondiale, classiche su classiche e 4 Superprestige Pernod. Bernard le Bleireau.
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