Luigi Reggi e la Rinascita Ravenna

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Luigi Reggi - Lungo e sottile, senza eccellenze marcate in salita, una buona volata, migliore sul passo. Un calcolatore impareggiabile, parsimonioso nell'uso delle forze fino al punto di non dare una pedalata in più del necessario. Coperto ma vigile; studiava la corsa e gli antagonisti e investiva gli sforzi esclusivamente nelle azioni in cui era certo di trarne profitto. Costante nell'attività, ma non nei piazzamenti se questi fossero costati fatiche inutili. Reggi badava ai colpi grossi e li ottenne: Coppa Varignana, Indicativa premondiale a Verona, Giro Valli Aretine, Giro di Romagna e altre. Così, un corridore di otto vittorie, riuscì a guadagnarsi l'azzurro ai mondiali. Eccezionale. I C.t. vedevano in Reggi un uomo squadra di gran talento; un "Reggista" di prim'ordine e il posto, prima come riserva poi titolare, seppe assicurarselo. Quel giorno dei mondiali a Lasarte, Spagna 1965, all'inizio del collegamento televisivo, nelle prime immagini zumate, comparve sul video il volto ingrandito di Reggi davanti a tutti, solo all'attacco. Un colpo a sorpresa e, nell'attesa del commento, tutti a chiedersi: "Quanto mancherà all'arrivo"? Purtroppo mancava quanto bastò per essere ripreso. Nessuna delusione, Reggi per primo sapeva che la vittoria sarebbe stata un evento superiore alle proprie possibilità, ma fu protagonista e la sua attività resta ben scritta negli annali rosso verde e nazionali.
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