Storia di Franco Parini

Figlio ultimo di sette fratelli dei quali nessuno correva, Parini discendeva da genitori lavoratori incalliti, il padre capomastro e la madre casalinga e indaffarata e crebbe conducendo una vita di campagna tra galline e animali da allevamento. A 14 anni si trovò un lavoro da elettricista iniziando nel frattempo la scuola serale di disegnatore meccanico. Dopo tre anni, a soli due mesi dagli esami finali, fu preso dal raptus della bicicletta; divenne un'ossessione che lo portò a lasciare gli studi, nonostante l'energico dissenso dei suoi. E' il 1960 e Parini approdò al ciclismo agonistico con il V.C. Varese e corse da Allievo partecipando alle ultime 8 gare in programma senza riuscire ad ottenere risultati di rilievo.
Nel 1961 ottenne sei vittorie, compreso il Campionato Provinciale Allievi e l'anno successivo i successi furono 4.
Nel 1963 passò Dilettante di 2° ottenendo 3 vittorie e 5 secondi posti. Il carattere battagliero cominciava a dare i suoi frutti e particolare fu la corsa a Sedrina: 200 partenti e 180 km di gara, comprendente per due volte la Val Taleggio; la corsa venne vinta da Negro Albano dopo che Parini fu vittima per ben due volte di forature, ma arrivò comunque fra i primi. Il 1964 vide 3 successi e molti piazzamenti di rilievo.
L'anno successivo passato Dilettante di 1° conseguì 5 vittorie prendendo parte al Giro del Lussemburgo e a quello delle Antiche Romagne; mentre nel '66, 4 furono i successi (sempre per distacco) tra i quali il 2° Trofeo delle Regioni, a cronometro a squadre, e fu probabile azzurro avendo vinto il Giro delle Antiche Romagne.
L'aria di maglia azzurra cominciava ad affiorare in lui, gran combattente e sempre pronto alla "bagarre" dalla partenza all'arro.
Nel 1967 divenne Campione Lombardo a cronometro a squadre a Monza; vinse il 2° Trofeo delle Regioni sempre a cronometro; fu secondo al Campionato Italiano a cronometro a squadre vinto dal G.S. Mantovani. Divenne azzurro nella 100 km a Herlenn, in Olanda. Quest'ultima stagione fu la più positiva per Parini il quale vedeva dinanzi a sè aperta la strada del professionismo.
Partì al Giro del Messico con Pecchielan, Barasso, Scopel e Tamiazzo, vincendo due tappe e classificandosi 11° in classifica generale. Divenne probabile olimpico e dovette abbandonare l'idea di passare al professionismo, cosa che sembrava ormai alle porte.
Nel 1968, anno delle Olimpiadi, ottenne 5 vittorie, il secondo posto al Trofeo delle Regioni a cronometro con Palazzi, Donghi e Di Piazza e fu azzurro in Belgio in una gara internazionale di 190 km dove giunse 4° e primo degli italiani.
Nel corso della stagione una brutta caduta lo costrinse in Ospedale per 8 giorni tenendolo lontano per altri 20 dalla bicicletta. Era in procinto di passare professionista alla Sagit, ma invece non se ne fece di niente. Rimasto Dilettante, passò alla Bonalanza del direttore sportivo Guido Messina. Vinse solo una corsa la Montecarlo-Alassio (internazionale) dove giunse solitario dopo aver vinto anche il G.P.M. sul Testico. Ottenne altri risultati di rilievo: 4° al Giro del Piemonte, 2° a Pella e azzurro al Giro d'Olanda.
Poi tra la sorpresa generale Parini lasciò le corse e si dedicò al lavoro avviando un negozio di elettrodomestici a Cocquio.
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