Storia di Benedetto Pola

A diciotto anni era già qualcuno e precisamente il campione nazionale dei dilettanti. Conquistò quel titolo a Genova, nell'agosto del 1933, precedendo Cimatti, Rosi e Bambagiotti. Non aveva ancora diciannove anni quando vinse sulla pista di Lipsia ('34) il titolo mondiale di velocità dilettanti. Nella finalissima si prese il lusso di battere Arie Van Vliet che doveva vestire per ben tre volte la maglia iridata. Il diciannovenne campione prometteva tanto; era dotato di fisico e di cervello, ed era pronosticato come il dominatore in campo internazionale. Seguì invece un pauroso calo che gli impedì di inserirsi stabilmente nell'olimpo dei grandi velocisti di classe mondiale. Anzi, nel 1935 si fece battere da Rigoni nella prova per il titolo italiano, e nel '36 e nel '37 riuscì soltanto a riconquistare ed a difendere questa maglia tricolore. Quanto ai campionati del mondo non riuscì più a ripetersi classificandosi soltanto 4° nel '37, mentre l'anno precedente era stato 4° anche alle Olimpiadi.
Nel 1938, cioè a 23 anni, passò professionista. Anche qui continuò a dominare in campo nazionale: a Milano il 26 maggio conquistò il titolo italiano dei professionisti, succedendo nell'albo d'oro proprio a Martinetti che era stato campione mondiale dilettanti otto anni prima di lui a Milano ('26). Ma non doveva durare molto la sua supremazia. A Torino, l'anno successivo, dovette infatti cedere la maglia tricolore a Bruno Loatti, e non la riconquistò più. Nella competizione nazionale arrivò terzo nel '41 e nel '42, secondo nel '45 e ancora terzo nel '46 poi si ritirò l'anno successivo. Ai mondiali professionisti partecipò due volte venendo eliminato nelle batterie nel '38 e nei recuperi nel '39. In definitiva ebbe una carriera che sembrava dovesse raggiungere stabilmente le vette maggiori e invece procurò non poche delusioni.
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