Gianbattista Baronchelli da Ceresara

Nato il 6 settembre 1953 a Ceresara (Mantova) si mette in evidenza da dilettante primeggiando nel Giro d'Italia Baby e nel Tour de l'Avenir del 1973 e in molti vedono in lui il nuovo Coppi.
Passato professionista nel 1974 con la Scic, all'esordio non ottiene affermazioni ma nel Giro d'Italia è grande protagonista nella terz'ultima tappa sui tornanti delle Tre Cime di Lavaredo, alle spalle di Fuente e davanti a Merchx in maglia rosa. È un Baronchelli scatenato, decisamente alla ricerca del massimo risultato, sono fasi elettrizzanti che si concludono col seguente ordine d'arrivo: primo Fuente, secondo Baronchelli a 1'18", terzo Conti a 1'41". Più indietro un Merckx in affanno, stordito da un inseguimento che a tratti sembrava dovesse costargli il primato della classifica e quando si tirano le somme a Milano il rendiconto finale mostra un Baronchelli staccato di appena 12" dal Cannibale.
A questa impresa ne seguiranno altre, azioni travolgenti, assalti che fulminano gli avversari. Sono novanta i successi riportati in sedici anni di attività professionistica; emozioni grandissime, fughe e vittorie esaltanti e tra queste spiccano due Giri di Lombardia, sei Giri dell'Appennino conquistati consecutivamente dal '77 all'82 (record) e un Gran Premio di Francoforte. Due volte è giunto secondo nel Giro d'Italia ('74 e '78), una volta è tornato a casa con la medaglia d'argento nel campionato mondiale vinto da Bernard Hinault.
Come dimenticare il 31 agosto del 1980 sulle strade francesi di Sallanches; si corre per la maglia iridata, il tracciato prevede una salita dura, un ostacolo che via via elimina 9 azzurri su 12. Si devono arrendere Moser, Saronni e Visentini, mentre davanti Baronchelli è l'unico a resistere alla ruota dell'irresistibile Hinault fino al penultimo giro del circuito quando anche Tista si deve arrendere, ma ormai il vantaggio è tale che il secondo posto non è in pericolo. S'impone il francese con 1'11" sull'italiano e 4'25" sullo spagnolo Fernandez. Sul podio in attesa del cerimoniale c'è un Baronchelli con la testa tra le mani e il pensiero rivolto ad un avversario in giornata strepitosa.
Già, si vince anche con l'aiuto della dea bendata e sotto questo aspetto Baronchelli ha molto da recriminare. Non ha avuto molto spesso dalla sua la buona stella; infortuni, interventi chirurgici e malanni come l'epatite virale lo hanno sicuramente ostacolato nella sua carriera. I suoi successi, comunque non sono pochi e oltre a quelli già citati meritano di essere menzionate le conquiste riportate nel Trofeo Baracchi in coppia con Moser, nel Giro di Romagna, nel Giro del Piemonte, nella Coppa Placci, nel Giro dell'Emilia e nel Giro del Lazio e se aggiungiamo una cinquantina di gare concluse in seconda e terza posizione, abbiamo un atleta degno di essere annoverato tra i migliori della sua epoca. Un difetto? Quello di un'eccessiva sensibilità, di una mancanza di freddezza in un mondo che sovente non paga la semplicità dell'individuo e la sua disponibilità.
Nel 1989 abbandona l'attività e si occupa con il fratello Gaetano del negozio di biciclette aperto ad Arzago d'Adda (Bergamo), dove risiede. Inoltre ha dimostrato tutto il suo amore per il ciclismo gareggiando e vincendo ancora nella specialità della mountain bike.
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