La vittoria nel mondiale dilettanti '63 di Flaviano Vicentini

Quel giorno, Flaviano era una sorta di capitano senza galloni della squadra azzurra allestita dal commissario tecnico Elio Rimedio. Tutti sapevano che era il più in forma e che stava attraversando il suo periodo migliore: la strada lo confermò.
In squadra c'era un altro veronese, Severino Andreoli, e quello che sarebbe diventato un grande campione, Felice Gimondi.
Flaviano e Felice attaccarono sin dal primo giro "un po' per l'emozione - riferirà Vicentini - un po' perché temevo di cadere rimanendo intruppato nel gruppo".
Poi si rese conto che poteva essere pericoloso stare continuamente all'attacco e si lasciò raggiungere attuando una tattica attendistica che gli fece conservare tanta "birra" per il finale.
A contendersi la maglia iridata allo sprint arrivarono i quattro attaccanti dell'ultimo giro e Flaviano Vicentini non ebbe problemi, essendo il più fresco, a precedere il francese Bazire, il tedesco Bolke ed il belga Huysmans.
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