25 marzo 1923 - Milano-Sanremo

Nessun straniero al via quando la corsa si lancia su strade polverose e con un tempo sereno e asciutto. Eroe di giornata il pavese Carlo Mellera (famoso per essere riuscito in una occasione a staccare Girardengo in salita), il quale, con una fuga iniziale, vivrà il suo momento di gloria. Riceve infatti transitando in testa nella sua città, un'autentica ovazione. Il gruppo se ne disinteressa e il distacco aumenta fino a toccare i cinque minuti a Voghera e Tortona. Il fuggitivo viene raggiunto a Pozzolo Formigaro e poco dopo si ritira, ma la sua squadra, la Berettini Monza, vivrà momenti di grande popolarità. L'andatura non è elevata e il gruppone sembra succube di Girardengo, infatti nessuno osa allungare. Dopo Ovada, quando il Gira mette i piedi a terra per una foratura, Brunero timidamente e quasi per obbligo di scuderia attacca con i compagni e con l'alleato d'occasione Aimo, ma gli uomini della Maino nella persona di Emilio Petiva e Lucotti e poi anche Gremo e Azzini aspettano il novese e gli danno una mano per rientrare nel preciso momento in cui si affrontano le ultime rampe del Turchino. La folla degli appassionati sul culmine della salita resta delusa perché è soltanto uno sconosciuto, Ottavio Bottecchia, friulano indipendente quasi trentenne, a transitare per primo nel tunnel. Ad Arenzano si ricompatta un gruppo di una trentina di unità con tutti i migliori. Bottecchia tenta un attacco sui Piani d'Invrea e infatti attraversa tutto solo il lungomare di Varazze, ma viene quasi immediatamente ripreso dagli uomini di Girardengo che non si fidano a dare via libera a chicchessia. Il controllo della Maino è quasi indisponente; siccome cala l'andatura ecco che altri ritardatari riescono ad accodarsi. Non succede più niente fino all'attacco dei Capi dove numerosi scatti e controscatti selezionano il gruppo. Restano così in corsa per la vittoria Arduino, Trentarossi, Lucotti, Bottecchia, Gremo, Aimo, Bestetti, Brunero, Azzini, Belloni, e naturalmente Girardengo che può affrontare la volata con l'aiuto di tre compagni di squadra. All'ultimo chilometro sono infatti Gremo e Lucotti a fare l'andatura per il novese che è protetto sulla ruota da Azzini. Quando i due battistrada si fanno da parte, Girardengo lancia la sua volata e così fa anche Belloni che si trova però a dover superare anche Azzini; deve quindi desistere accontentandosi del suo solito secondo posto. Girardengo vince la sua terza Sanremo e si piazza bene anche Brunero che trova finalmente sette o otto avversari più lenti di lui. La media non è stata eccezionale, anzi nonostante le condizioni climatiche favorevoli si è andato decisamente adagio tanto che lo sconosciuto Tecchio Antonio si permette di arrivare a poco più di sei minuti dai primi.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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