28 marzo 1922 - Milano-Sanremo

Quando verso le sei e trenta viene dato il via il tempo è buono e il cielo è sereno. Nei primi chilometri il ritmo è tranquillo così che anche chi è vittima di forature o incidenti può facilmente rientrare. Infatti più di cinquanta concorrenti arrivano insieme alla neutralizzazione di Ovada. a questo punto è Corlaita che veste i panni dell'animatore e nella successiva salita al Turchino il gruppo inevitabilmente si assottiglia. Sulla vetta Girardengo guida un gruppetto composto da Belloni, Gay, Brunero, Agostoni, Bartolomeo Aimo, Zanaga, Azzini e Sivocci. Come la corsa giunge sul Mar Ligure, le posizioni si stabilizzano salvo avere le defezioni di Sivocci e di Gay per incidenti di gomme. Sulla rampetta del Miramare, prima di Savona, Azzini cade e Belloni ha una delle sue crisi momentanee: non rientreranno più. Anche Brunero deve mettere i piedi a terra per un ruzzolone, ma aiutato da Zanaga rientra prontamente per firmare a Savona con i primi. La situazione è dunque questa: in testa alla corsa ci sono Girardengo, Aimo, Brunero, Zanaga e Agostoni; ma è proprio quest'ultimo che si attarda un attimo al rifornimento e non riesce più a recuperare. A Noli i quattro superstiti vanno come il vento e hanno già oltre cinque minuti di vantaggio. La collaborazione è valida e il vantaggio aumenta nei successivi settanta chilometri che percorreranno insieme. Dopo Capo Berta, Zanaga cade e Aimo, che sembrava il più fresco, è messo fuori gioco da una foratura. Il finale di corsa è molto bello perché mentre tutti pensano ad un testa a testa come l'anno precedente, i due dietro non mollano e organizzano l'inseguimento. Ad Arma di Taggia, Brunero, che si sente già battuto in volata, non vuol più tirare e Girardengo d'altro canto non vuol fare la figura del fesso sobbarcandosi il peso degli ultimi chilometri, per cui l'andatura cala vistosamente favorendo la rincorsa di Zanaga e Aimo che per poco falliscono l'aggancio. Viene quindi lanciata la volata con Brunero che parte lungo cercando di sfiancare il maggiore spunto veloce di Girardengo. Ai duecento metri succede un evento rocambolesco che segna questa Sanremo. Uno sconsiderato con manie di protagonismo, armato di una bandierina, si fa trovare in mezzo alla strada. Brunero riesce a scartarlo all'ultimo istante, ma così facendo taglia la traiettoria di Girardengo che, alla sua sinistra, era già in rimonta e non si avvede dell'ostacolo. Inoltre pare che la bandierina finisca addirittura nei raggi della sua ruota posteriore proiettandolo a terra. Brunero taglia il traguardo sullo slancio mentre occorre attendere qualche secondo per assistere all'arrivo di un Girardengo furente con il "pazzoide" che gli ha rovinato la festa e di cui non conosceremo mai l'identità perché, visto il guaio combinato, aveva provveduto ad eclissarsi. Pochi secondi ancora e arrivano gli altri due protagonisti di giornata. Poi bisogna attendere dieci minuti per applaudire Sivocci, sedici per Bestetti, ventiquattro per Agostoni. A più di mezzora c'è una volata di gruppetto ed è una questione privata tra i due giovani velocisti dal grande avvenire Linari e Giorgetti. Nel frattempo Brunero andava da Girardengo ad assicurare che il vincitore morale era lui, che non era colpa sua se era caduto, che gli dispiaceva ecc... ecc... .
Un' occasione perduta!!

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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