28 marzo 1915 - Milano-Sanremo

Siamo già in tempo di guerra per tutta l'Europa e questo spiega l'assenza totale degli stranieri in questa edizione. La Gazzetta dello Sport, al momento della partenza, premia con una medaglia d'oro alla fedeltà ciclistica Ganna, Galetti, Rossignoli e Canepari. I quattro sempre presenti dalla prima a questa nona edizione portano alto, in quanto a risultati impegno agonistico e lealtà sportiva, il nome del Nord Italia che pedala anche sulle strade europee. L'allegria della cerimonia è stemperata dalla preoccupazione per il cielo scuro e la minaccia di pioggia. Le strade pessime e la solita serie di cadute ed incidenti fanno del percorso fino ad Ovada tutto fuorché una comoda marcia di trasferimento. La battaglia vera però si accende alle prime rampe del Turchino, dove, sotto la spinta di Corlaita il gruppo si allunga. In cima passano Gremo, Belloni e Lucotti, poi a seguire Galetti, Agostoni e Girardengo. Belloni cade in discesa e si ritira. Gremo fora, e così Lucotti, libero dai due compagni, transita da solo nell'abitato di Voltri con circa un minuto di vantaggio su una fila sgranata di sette otto corridori. Intanto comincia a piovere un'acqua sottile che bagna. Lucotti viene presto raggiunto da Galetti e Corlaita e anche da Agostoni che però cede subito sui Piani d'Invrea. Restano dunque davanti in tre e il loro vantaggio a Savona è di quattro minuti su Azzini, Girardengo, Gremo e Pratesi. La pioggia diventa più intensa e nel fango della Riviera le posizioni restano le stesse. A Diano Marina, Corlaita rompe la catena e naturalmente Lucotti e Galetti si involano. Su Capo Berta il loro vantaggio è di tre minuti su Gremo e Girardengo, i due compagni di squadra della Bianchi, che senza indugi spingono a tutta. A Porto Maurizio avviene il fatto storico che caratterizza questa Sanremo. Il percorso da compiere prevedeva la circonvallazione a mare, più lunga ma anche più pianeggiante. Girardengo, invece, mosso dalla foga di raggiungere i due davanti, taglia per il centro del paese. Inutili sono i richiami di Gremo che cerca di convincerlo a tornare sul percorso stabilito dall'organizzazione. Girardengo, scatenato e con l'orgasmo della vittoria nelle gambe, raggiunge a S. Lorenzo al Mare, Lucotti e Galetti ormai in riserva. Rifiata un attimo e scatta per ottenere la meritata vittoria. In pochi chilometri infatti guadagna alcuni minuti di vantaggio e trionfa davanti a Corlaita, che con un finale altrettanto potente conquista il secondo posto. Terzo Lucotti, quarto Gremo, quinto Galetti. Una bellissima Sanremo combattuta a pedalate, e altrettanto intrigante per lo strascico di carte bollate che si porterà dietro. Corlaita naturalmente inoltra reclamo nei confronti del taglio di percorso operato da Girardengo. Girardengo si difende affermando che il percorso non era precisamente segnalato e che davanti a lui non c'era nessuna vettura dell'organizzazione. Inoltre dice anche che il percorso fatto è si più breve, ma gli avrà fatto risparmiare al massimo trecento metri, mentre il suo vantaggio sui rivali all'arrivo si quantizzava in minuti. Il peccato era veniale e Girardengo avrebbe senz'altro vinto ugualmente anche senza il taglio di Porto Maurizio, tuttavia la giuria ufficializzò il primo posto di Corlaita.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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