Storia di Alfredo Dinale

Ottimo dilettante tanto da aggiudicarsi la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Parigi nell'Inseguimento a squadre con De Martino-Menegazzi-Zucchetti e primeggiare dal 1921 al 1924 sia su strada che su pista. Nel 1924 appartiene alla speciale categoria di dilettanti fuori-classe e può gareggiare anche nelle corse professionistiche vincendo, tra le altre corse, la Coppa Bernocchi e la Coppa Crespi.
Seppe confermare le sue grandi qualità anche tra i professionisti dove si dimostrò soprattutto un valido velocista ed un eccellente pistard. Alternando gare su pista (vinse la Sei Giorni di Dortmund nel 1929 in coppia con Goebel) a gare su strada, fu tuttavia un buon compagno di Binda nella Legnano e non mancò di farsi apprezzare talvolta anche come valido appoggio dei compagni più famosi. Si aggiudicò due tappe nel Giro d'Italia 1929, ma poi si rese conto di non riuscire a primeggiare più su strada e quindi si dedicò quasi esclusivamente all'attività su pista. In particolare dal 1931 fino alla fine della carriera nel 1934 si dedicò esclusivamente all'attività su pista, gareggiando saltuariamente su strada (soprattutto nei circuiti) dove ottenne qualche buon piazzamento. Nel 1931 passò al Veloce Club Vicenza e subito si fece notare vincendo la Sei Giorni di Francoforte (con Goebel D.), la Sei Giorni di Parigi (con Linari), la 25 ore di Breslavia e di Bruxelles e strabiliando nell'Americana di Capodanno al Velodromo d'inverno a Parigi in coppia con Learco Guerra, battendo tutti i record mondiali della pista alla media di 47,800 km/h.
Ritiratosi dalle gare passò alle dipendenze della Campagnolo e con l'amico Tullio nel 1956 fondò, come istruttore tecnico, la "Scuola di Ciclismo" che darà presto i suoi frutti. Morì a Vicenza all'età di 76 anni.
Articolo inviato da: Paolo Mannini (Firenze)
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