19 ottobre 1996 - Giro di Lombardia

Partenza alle 10.00 e prima fuga importante che nasce dopo undici chilometri dal via quando se ne vanno in sei (Panzeri, Colagè, Djavanian, Cignali, Pozzi ed Andersson) i quali volano la prima ora di corsa ad oltre 47 di media. I battistrada raggiungono 4' di vantaggio; sul Ghisallo cedono subito Pozzi, Panzeri e Colagè; in vetta Cignali precede i due compagni di fuga mentre il gruppo si trova a 3'10". I tre fuggitivi insistono e all'inizio del Colle Brianza il vantaggio è salito a 4'28". In salita Cignali perde contatto ed in vetta transita con un ritardo di 1'27" da Djavanian ed Andersson mentre il gruppo, ancora tranquillo, accusa 5' di ritardo. Tra i due battistrada però non regna più l'accordo ed Andersson attacca ed insiste nella sua azione anche sulla Roncola dove però gli inseguitori rompono gli indugi: è Jeker il primo a contrattaccare trascinandosi dietro Jalabert, Peron, Rebellin, Bugno, Virenque, Nardello, Merckx, Cattai e Tafi che raggiungono il coraggioso Andersson al km 180. Il margine dei fuggitivi oscilla intorno al minuto su un gruppetto nel quale spiccano Bobrik e Zanini mentre il plotone non sembra essersi arreso. In testa perde contatto l'esausto Andersson, complice anche una foratura, e i dieci attaccanti non demordono ed incrementano il proprio margine fino ai 3'; la situazione non cambia fino al primo passaggio da Bergamo dove ormai il gruppo (con Museeuw padrone della Coppa) non pare avere più speranze. Prima di iniziare l'ultima salita (Colle del Gallo) si verifica una lunga serie di scatti con Jeker, Merckx e Tafi che iniziano l'arrampicata con qualche centinaio di metri di vantaggio. Bugno è il più attivo nel cercare il ricongiungimento ma il margine dei battistrada sale vicino al minuto ed i tre sembrano avere partita vinta. Tafi scatta a ripetizione e costringe alla resa i compagni di fuga; in vetta transita con 33" su Jeker e Merckx, a 1'25" Peron, Jalabert, Virenque, Bugno, Nardello e Rebellin. Tafi affronta la discesa con grande decisione ed è padrone assoluto della corsa. Il ritardo degli inseguitori infatti aumenta progressivamente, a 20 km dall'arrivo è di 1'08", ai 10 km è di 2'03": gli ultimi km si trasformano così in una passerella trionfale per Andrea Tafi che, con le lacrime agli occhi per la commozione, coglie a 30 anni un successo prestigioso alla nuova media record di 42,642 km/h.
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