19 marzo 1936 - Milano-Sanremo

Fa freddo e piove; subito dopo il via prendono il largo Dolfi, Introzzi e Scorticati i quali sono presto raggiunti da un drappello di contrattaccanti, nella fattispecie: Mollo, Masarati Attilio, Mealli, Romanatti, Valetti, Varetto, Cinelli Giotto e il tedesco Altenburger. Il plotone lascia fare e il vantaggio dei fuggitivi sale precipitosamente. A Novi Ligure sono infatti più di 10 i minuti che li separano dal folto del gruppo che stenta ad organizzare una apprezzabile rincorsa. Subito dopo il rilevamento cronometrico ecco una terribile caduta che coinvolge sull'asfalto reso viscido dalla pioggia una dozzina di corridori. Quasi tutti prontamente si rialzano più o meno malconci, ma uno risulta particolarmente bersagliato dalla sfortuna: Alfredo Binda da Cittiglio, fratturandosi il femore destro, conclude la sua eccezionale carriera sul freddo asfalto della campagna piemontese... Ma la corsa non ha pietà e, ignara della sorte che ha colpito il dominatore degli ultimi anni, prosegue a buon ritmo. Quando i primi attaccano il Turchino, cede Masarati, mentre Mollo si mette in luce per doti da scalatore e per condizioni di freschezza e lucidità. E' infatti lui a transitare per primo al valico davanti ai compagni di fuga leggermente sgranati. A 10 minuti di distacco passano Maldini e Vicini seguiti a poche centinaia di metri da Bizzi e Bartali. La discesa del Turchino è infida e, per cadute o noie meccaniche, perdono contatto Altenburger, Dolfi, Cinelli, Introzzi e Valetti. I sei superstiti attaccano con decisione la Colletta e i Piani d'Invrea ma nella successiva discesa, in una curva dove è presente una insidiosa macchia d'olio, fanno un mucchio unico per terra. Si rialzano tuttavia prontamente e ripartono di gran carriera. Il solo Introzzi si trova appiedato per la rottura di una ruota e dove attendere l'automobile del seguito. Dietro finalmente la corsa si muove e, a Savona, un gruppetto con tutti i migliori transita a poco più di otto minuti. Nei pressi di Vado Ligure, Mollo e Scorticati sono costretti a cedere mentre Introzzi a capo di uno sforzo solitario, si riporta sui primi nei pressi di Loano. Ad Albenga, circa cinquanta chilometri alla conclusione, troviamo quindi in testa: Introzzi, Mealli, Romanatti e Varetto con un vantaggio di circa 4 minuti su di un gruppetto di una dozzina di unità che sta rinvenendo. La decisione della corsa si ha su Capo Berta dove Mealli e Introzzi perdono contatto da Romanatti e Varetto che collaborano alla grande lasciando alla volata la decisione della contesa. Dietro il gruppetto degli inseguitori, che si è particolarmente assottigliato, recupera terreno a vista d'occhio sotto la spinta principalmente di Bizzi, Olmo, Cipriani e Gotti. Vengono raggiunti anche Mealli e Introzzi, ormai allo sbando. L'inseguimento, però è tardivo, infatti Varetto e Romanatti riescono a giungere in vista dello striscione d'arrivo con un buon vantaggio. Praticamente non c'è volata perché troppo grande è la supremazia e la sorprendente freschezza di Varetto che fa sua la "corsa della vita" e intasca il premio ufficiale di tremila lire.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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