19 marzo 1941 - Milano-Sanremo

Siamo in guerra; una guerra voluta da buona parte degli italiani e dal Duce con velleità espansionistiche e di prestigio politico e militare. E' una guerra che coinvolge tutto il continente ma il conflitto armato è tuttavia abbastanza lontano dall'Italia e si continua a pedalare seppure con grande preoccupazione. Al momento della partenza, i tanti giovani morti per la Patria vengono solennemente ricordati da altri giovani più fortunati che sono qui a fare sport e a correre per la 34° volta la Sanremo. Subito dopo il via, in grande evidenza i corridori liguri. Dapprima Ronca, Cafferata e De Benedetti e poi Pedevilla scatenano la bagarre. Fiorenzo Magni, un giovane di cui si dice un gran bene, partecipa alle iniziali fughe e controfughe con Ricci, Zuccotti, Biondi, Favalli, Aimone Landi e Corrieri. La situazione è molto fluida, ma i battistrada ad Ovada transitano con un minuto di vantaggio. Sotto la spinta di Pedevilla che raggiunge per primo il valico, si crea un frazionamento ulteriore che vede nelle immediate posizioni di rincalzo Favalli e Ricci. A Voltri è sempre Pedevilla che transita per primo seguito a una manciata di secondi da due gruppetti: il primo comprende Favalli, Ricci e De Benedetti; il secondo Magni, Cafferata e Landi. A Varazze, Favalli, De Benedetti e Ricci si riportano sul fuggitivo. Intanto fa una certa impressione vedere il famigerato Treno Armato seguire la corsa (si trattava di un convoglio ferroviario allestito dalla Regia Marina e dotato di importante artiglieria da 120 e da 152 millimetri. Era idoneo a pattugliare il littorale rivierasco a protezione di eventuali bombardamenti da parte delle unità navali della Marina Francese). A Savona il drappello di testa transita con più di 2 minuti su Magni e Landi, con 2 minuti e mezzo su Cottur, Mollo e Chiappini e con quasi 4 minuti sul grosso del plotone dove navigano anche gli attesissimi Coppi e Bartali. Intanto i quattro di testa non si risparmiano e la fuga prende consistenza e concretezza. Tutto procede in piena armonia fino a Capo Cervo dove Pedevilla, ormai esausto, è costretto a staccarsi. Ma il fatto topico della corsa si verifica su Capo Berta allorché Favalli, con un'azione di grande spessore atletico, si alza sui pedali e fa il vuoto. De Benedetti cede di schianto e viene addirittura riassorbito dagli inseguitori, mentre Ricci oppone una tenace resistenza che gli consente di conquistare un meritatissimo secondo posto a un minuto e 40 secondi dal raggiante vincitore di giornata che, finalmente, dopo tanti piazzamenti iscrive il proprio nome nel Libro d'Oro.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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