19 marzo 1946 - Milano-Sanremo

Tempo bello ma temperatura fresca quando alle sette e trenta prendono il via poco più di cento partenti con una timida presenza di svizzeri e di francesi. Nei pressi di Binasco si avvantaggiano Teisseire, Tarchini, Mutti, Barisone, Coppi, Ronconi, Bardelli, Caselatto, Valdisolo e Nicolosi. Il drappello di coraggiosi attaccanti, per lo più a caccia dei premi posti in palio nei numerosi traguardi volanti, incrementa decisamente il vantaggio sul gruppo. Tre minuti a Pavia; quasi sei a Voghera dove resistono al comando i soli Coppi, Teisseire, Bardelli, Caselatto e Mutti. A Ovada sono quasi dieci i minuti che separano i fuggitivi dal grosso del plotone dove un Bartali, in polemica con la Legnano per questioni di contratto, stenta a prendere l'iniziativa. L'andatura dei battistrada diventa frenetica e, ad un allungo di Teisseire, il solo Coppi riesce a tenere il passo, anzi, dopo Masone è proprio lui che forza i tempi e si libera del francese. Sulla cima del Turchino i due sono separati da una trentina di secondi; ma il distacco si avvicina ai cinque minuti nel transito da Voltri. Coppi si immette, elegante e potente, sulla Via Aurelia e incitato dall'entusiasmo dei tifosi incrementa ulteriormente il vantaggio. Nell'attraversamento di Varazze, dove pochi mesi prima aveva trascorso la luna di miele e dove aveva molti amici, porta ad otto i minuti che lo separano dallo sconcertato transalpino che non riesce a capacitarsi di come ciò possa accadere. Staccato di parecchi minuti tenta una minima riscossa anche il grosso del gruppo con Bartali, Ortelli, Cottur, Camellini, Servadei, Maggini...ma è troppo tardi. C'è gran caldo in Riviera; i bambini saltellano a piedi scalzi sui marciapiedi disastrati e la gente è felice per il ritorno di un pò di serenità. Coppi trasforma la Sanremo in una cronometro individuale e passa Savona, Finale, Alassio tra l'entusiasmo degli abitanti. Dopo più di cento chilometri di corsa solitaria a quaranta all'ora, Fausto si permette di "spianare" i tre Capi e di tagliare il traguardo con quasi un quarto d'ora di anticipo su Teisseire, solitario inseguitore, e con 18 e trenta su una dozzina di uomini regolati da Ricci, Bartali, Canavesi e Ortelli.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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