Milano-Sanremo

La classicissima di primavera nacque dalla fantasia di un gruppo di giovani sanremesi, che nel 1906 avevano visto fallire clamorosamente una Milano-Acqui-Sanremo automobilistica (trenta vetture alla partenza, due sole all'arrivo). Eugenio Costamagna, direttore de La Gazzetta dello Sport, accettò tra mille perplessità l'idea e Armando Cougnet, impareggiabile regista delle corse di allora, la mise in pratica.
Il 14 aprile 1907, al ritrovo della prima Milano-Sanremo, nell'osteria della Conca Fallata di Milano, si presentarono trentatre dei sessanta corridori iscritti. Era una giornata di pioggia e freddo. Giovanni Gerbi, diavolo rosso astigiano, andò ben presto in fuga, a Pozzolo Formigaro, e scollinò sul Turchino con tre minuti di vantaggio su Ganna, Galetti e Garrigou. Il francese Petit-Breton era a cinque minuti. A Savona Garrigou raggiunse Gerbi, che non collaborò minimamente alla fuga perchè attendeva dalle retrovie l'arrivo di Petit-Breton, suo compagno di squadra alla Bianchi. Il francese raggiunse la coppia di testa, Gerbi chiuse in volata Garrigou ai cinquecento metri, permettendo a Petit-Breton di aggiudicarsi la prima classicissima. Due anni dopo Ganna fu il primo italiano a iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro della corsa con una fuga solitaria di un centinaio di chilometri, da Savona al traguardo.
La Milano-Sanremo cominciò a entrare nella leggenda nel 1910. Sessantatre partenti e sette arrivati nella bufera, in una giornata tremenda. Corridori che si fermavano in sperduti casolari e non ebbero più il coraggio di riprendere. Il francese Christophe a un certo punto rimase solo nella tormenta. Credette addirittura di aver sbagliato strada finché scoprì d'un tratto le prime case di Sanremo, e vinse lasciando il secondo, un certo Giovanni cocchi, a un'ora e un minuto.
Poi venne Girardengo, l'omino di Novi Ligure, il primo "campionissimo" che legò il suo nome a questa affascinante classica. Ne vinse sei, in undici anni. La prima vittoria nel 1918 in maniera clamorosa, attaccando a 200 chilometri dall'arrivo e vincendo con 13' su Belloni, secondo, e quasi un'ora su Agostoni. L'ultima vittoria, la sesta, a trentacinque anni, nel '28, contro Binda di nove anni più giovane e campione del mondo in carica. Venne poi l'epoca di Binda e Guerra; il primo di "Sanremo" ne vinse due, il secondo una sola. Entrambi ne persero parecchie, vittime della loro stessa rivalità. Nel '36 Binda chiuse la sua carriera con una frattura del femore alla "Sanremo". Dall'anno successivo la corsa ebbe come data fissa il 19 marzo, festa di San Giuseppe.
Seguì l'era di Bartali e Coppi con il primo trionfatore in quattro edizioni ('39, '40, '47 e '50). L'ultimo successo fu clamoroso perchè batte in volata il re dello sprint Rik Van Steenbergen. Coppi invece si aggiudicò appena due volte la "Sanremo", nel '48 e nel '49, sempre per distacco. Loretto Petrucci, toscano, vinse nel '52 e nel '53, sempre davanti a Minardi. Successivamente per ben sedici anni fu una corsa stregata per gli italiani. Pur di non veder vincere i velocisti fiamminghi, l'organizzatore Torriani nel '60 cambiò percorso, inserendo il Poggio a pochi chilometri dal traguardo; una rampa breve che, evitando sprints a ranghi compatti, avrebbe dovuto permettere agli italiani di rivincere finalmente la corsa. Ma nonostante il Poggio continuarono le vittorie straniere e nel '66 comincia l'egemonia di Eddy Merckx, il campionissimo belga trionfatore di ben sette Sanremo. Gli italiani, comunque, interruppero il digiuno con la lunga fuga solitaria di Dancelli nel '70. Dopo Merckx la "Sanremo" non ha avuto per anni un dominatore assoluto anche se, salvo rare eccezioni, il vincitore era sempre un grande campione. Nel '97 è cominciata l'era del tedesco Zabel, potente velocista, che è riuscito ad imporsi in quattro edizioni ('97, '98, 2000 e 2001) con un secondo posto nel '99 dietro Tchmil che lo ha anticipato all'ultimo chilometro.
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy