Storia di Ottavio Bottecchia

Formidabile scalatore e buon passista, ottimo nelle corse a tappe, passato professionista soltanto a 27 anni, dopo una giovinezza trascorsa a lavorare duramente come muratore e carrettiere. Trovò nella bicicletta il riscatto di una vita sino a quel momento povera e sfortunata; si era ammalato di malaria durante la Prima Guerra Mondiale dove comunque ottenne una medaglia di bronzo per aver catturato da solo un ufficiale austriaco. Successivamente si sposò e divenne padre di una bambina, prematuramente morta di difterite.
Da dilettante ottenne ottimi risultati come la vittoria nel Giro del Piave ('20 e '21), il Giro del Monte Grappa ('21) e il Giro del Veneto ('21). Passò professionista nel '22 e correndo per la Ganna ottenne discreti piazzamenti e l'anno successivo ottenne un bel 5° posto al Giro d'Italia. Ma il suo destino era non avere successo in Italia; infatti fu al Tour de France del 1923, dove si recò, accolto comunque con scetticismo dagli organizzatori, che colse finalmente la grande occasione: correndo per l'Automoto, vinse una tappa (prima vittoria da professionista), conquistò addirittura la maglia gialla, si difese tenacemente ed alla fine ottenne uno strepitoso secondo posto, lanciandosi ai vertici del ciclismo internazionale dove rimase saldamente per due stagioni, trionfando nei seguenti due Tour de France ('24 e '25), primo italiano a vincere la Grande Boucle, dominando sui Pirenei ed imponendosi perfino in volata al Parco dei Principi.
Ma se sulle strade francesi fu il migliore, in Italia, dove gareggiò saltuariamente, non ebbe altrettanta fortuna ed anche nelle corse più impegnative dovette accontentarsi soltanto di piazzamenti.
La delusione del Tour 1926, dove si ritirò senza mai aver dato l'impressione di essere al meglio della condizione, ed il conseguente periodo di appannamento sembrarono destinarlo alla chiusura anticipata della carriera ma, nonostante fosse ormai ricco e famoso, tentò nel 1927 di riprendere l'attività agonistica.
Nel giugno 1927 fu trovato agonizzante a terra durante un allenamento senza nessun segno apparente di una possibile caduta; fu trasportato all'ospedale di Gemona, dove morì dopo alcuni giorni di coma. Molti pensarono addirittura ad un tentativo di omicidio ma rimarrà per sempre il mistero dell'incidente.
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