3 novembre 1907 - Giro di Lombardia

Il via alle 6.54 da Corso Sempione per 100 corridori, di cui solo 5 stranieri, sotto una fitta pioggia. Gerbi subito scatenato a forzare l'andatura tanto che con lui rimangono soltanto Georget, Rheinwald e Chiodi (suo fido alleato). Poco prima di un passaggio a livello tra Legnano e Busto Arsizio, Gerbi attacca e conquista una ventina di secondi di margine, presentandosi da solo al passaggio a livello: in gran segreto Gerbi si è accordato con il casellante il quale, appena passato Gerbi, provvede velocemente a chiudere il passaggio. Gli inseguitori sopraggiungono velocissimi e non riescono a frenare in tempo; qualcuno sbanda e si verifica una caduta, mentre gli spettatori, in gran parte tifosi di Gerbi, invadono la strada e bloccano il gruppo per alcuni minuti. Il caos è incredibile, alcuni facinorosi tentano addirittura di malmenare gli odiosi francesi, quando finalmente giungono le auto del seguito e gli organizzatori riescono a riportare la calma. Il passagio a livello viene riaperto e la gara può proseguire, ma Gerbi è lontano e prosegue velocissimo la sua azione tra l'entusiasmo generale, scortato però da alcuni "allenatori" appositamente istruiti a trascinare il fuggitivo verso la vittoria. Dopo Como Gerbi ha 7' di vantaggio su Garrigou che poco dopo fora (pare che la strada dopo il passaggio di Gerbi sia stata seminata di chiodi....) e deve arrendersi. Gerbi conclude l'ennesima cavalcata solitaria con quasi 40' di vantaggio su Garrigou ma stavolta ne ha veramente combinate troppe e i francesi sporgono reclamo. Le discussioni e gli interrogatori si susseguono tutta la notte e la mattina del 4 novembre la Giuria decide di squalificare Gerbi per "aver usufruito di uno speciale servizio di allenatori e suiveurs che gli hanno agevolato la corsa in diversi tratti e che è stato da lui stesso organizzato". La vittoria viene assegnata al secondo classificato il francese Garrigou che così diventa il primo straniero a vincere il "Lombardia". Gerbi viene inoltre squalificato dall'UVI per due anni, poi ridotti a soli sei mesi a furor di popolo.
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