Antonin Magne, trentatre anni, campione popolarissimo in Francia, corona trionfalmente la carriera conquistando la maglia iridata sul circuito svizzero di Berna sotto una pioggia e con un freddo invernale.
Si tratta di uno dei mondiali più belli della storia perchè viene corso senza troppi tatticismi, senza risparmiare energie ma dando sempre il massimo in ogni frangente della durissima gara. Alla fine Magne trionferà con quasi 10 minuti di vantaggio sull'italiano Bini. Bini fa parte della squadra azzurra assieme a Olmo, al giovane Bartali e a Di Paco.
Appena abbassata la bandiera dello starter la corsa si accende subito, favorita anche da una leggera ascesa che facilita, ad ogni passaggio, chiunque cerchi di mettersi in evidenza.
Fin dalle prime battute Bartali, Danneels e Montero tentano di arginare i più scatenati che a ogni strappo tentano la fuga. Al quinto giro è Magne a partire ma ci pensa Olmo a riprenderlo.
La media, tenuto conto del percorso e del tempo, è molto alta (35 km/h) e così diventa impossibile recuperare per forature o incidenti. A metà gara ne fanno le spese il campione in carica Aerts, lo stesso Danneels e Montero, l'azzurro di Paco e l'ex iridato Speicher, più avanti anche Olmo è costretto al ritiro. Intanto Bartali appare molto tonico ma nell'ultimo terzo di gara c'è l'episodio decisivo; il belga Deloor tenta la sopresa, guardagna una cinquantina di metri e subito gli si accodano Magne e il danese Hansen. I tre procedono con cambi regolari fino a quando l'armonia viene rotta dalla foratura di Deloor. Bini e Bartali allora si dannano l'anima per riacciuffare i fuggitivi ma non c'è niente da fare. Al penultimo passaggio Magne sferra l'attacco decisivo che lo porta al titolo e Hansen cede stremato. Per gli azzurri la soddisfazione del secondo posto di Bini che in volata regola l'olandese Middelkamp e lo svizzero Egli.