Storia di Alfredo Pasotti

Già tra gli allievi ebbe il suo periodo di notorietà per aver vinto, nel 1942 a Torino, il titolo nazionale della categoria. Da dilettante non fece gran che, soprattutto a causa della guerra. Fu tra coloro che combatterono sulle montagne; dovette anzi rimandare la sua ripresa a guerra finita, per non essere completamente guarito da una brutta ferita.
Veloce e astuto, da professionista ha ottenuto qualche buon risultato soprattutto in tappe di Giri. Il suo nome è legato in maniera particolare al Tour de France del '50 nel quale gli italiani (erano presenti la Nazionale e una formazione di cadetti) collezionarono 5 vittorie nelle prime dieci tappe con due sue vittorie a Lilla e Bordeaux. La messe non piacque troppo ai giornalisti francesi i quali accusarono i corridori italiani di essere succhiaruote e approfittatori al traguardo facendo montare, gradatamente, l'ostilità contro Bartali e i nostri sino a quando, per i clamorosi fatti dell'Aspin, si rese inevitabile il rientro in Patria per evitare guai più seri. Le altre maggiori affermazioni del pavese sono state la tappa di Latina nel Giro del Lazio '49, quella di Biedrisch nel Giro del Lussemburgo '52, di Como nel Giro d'Italia dello stesso anno (dove anticipò Van Steenbergen e Magni) e di Losanna nel Giro della Svizzera '53. L'ultima vittoria fu il G.P. Le Locle nel '55. L'anno successivo, dopo 8 anni da professionista, si ritirò.
Morto nel 2000, il suo nome è ufficialmente riportato su ogni indicazione stradale o civica di "Bastida Pancarana paese natale di Alfredo Pasotti". Anche il parco pubblico di questo paese dell'Oltrepò pavese è dedicato a Pasotti. Si tratta di un riconoscimento normalmente usato per grandi artisti, uomini di stato ecc. Un onore che ben pochi ciclisti al mondo possono vantare a testimonianza di come il ciclismo in alcune zone d'Italia sia popolarissimo, al punto da portare un intero paese a riconoscersi nelle gesta "eroiche" di un semplice gregario.
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