E' stato con Linari tra i primi corridori toscani capaci di emergere a livello nazionale nella storia del ciclismo italiano su strada anche se il suo palmares non è ricco come quello degli assi più celebrati. Sfruttando i regolamenti del periodo, gareggiò nella stessa annata dividendosi tra dilettanti e categorie superiori, cogliendo dignitosi piazzamenti ai "mondiali" (9° nel 1923 come dilettante) e partecipando anche alle "Olimpiadi" del 1924 (19° nella prova a cronometro individuale e 5° nella classifica a squadre).
Giunto quindi tardi (a 31 anni suonati) tra i professionisti spiccano la vittoria al Giro di Toscana ed i vari successi conseguiti nel Sud della nostra penisola, a dimostrazione che anche nel meridione il ciclismo era allora sport estremamente popolare.
Si trovò a suo agio su ogni percorso, dimostrando di poter vincere qualsiai tipo di competizione imponendosi infatti a cronometro, in linea e in corse a tappe.
Dopo quattro stagioni su buoni livelli la sua carriera, anche per l'età sportivamente avanzata, si chiuse bruscamente senza altri risultati di rilievo.