Storia di Giovanni Recalcati

Giovanni Recalcati, milanese, classe 1919, per tutti Nino, è stato un personaggio di un certo rilievo nel panorama del ciclismo italiano dal secondo dopoguerra fino all'inizio dell'ultimo decennio del 1900.
La sua carriera ciclistica non lascia molte tracce negli archivi e il suo palmarès è molto scarso. La seconda guerra mondiale lo coinvolge nel pieno della giovinezza ma non abbandona mai la pratica dell'amata bicicletta anche quando svolge il servizio militare alla base di La Spezia.
Subito dopo la guerra riprende la frequentazione del Vigorelli con i suoi amici meneghini Primo Bergomi, ottimo velocista, Vittorio Scrivanti e molti altri specialisti di quel periodo. Alterna la pista ai numerosi tipo-pista e circuiti di vario genere che, con cadenza fitta, si svolgevano soprattutto nell'Italia settentrionale, senza mai conseguire risultati di rilievo. Qui incrocia la sua strada con i campioni, e pure "campionissimi" dell'epoca, che non disdegnavano di prendere parte a queste gare anche per rimpinguare i guadagni. A questo proposito Recalcati era solito ricordare anche le sue esibizioni in sella, pedalando sui rulli nei cinema-varietà del milanese, fra una pellicola e l'altra oppure fra siparietti di ballerine e comici - e senza mai ricevere mai né fischi, né parolacce, né pomodori - in questo genere di spettacoli abbastanza in auge ai tempi.
Smessi i panni del corridore, Nino Recalcati diventa il punto di riferimento e uno snodo funzionale nei rapporti fra corridori e organizzatori per i circuiti e le corse a ingaggio. Non si atteggia mai a "manager" ma è pronto a collaborare con tutti gli organizzatori, soprattutto con la S.I.S. (Società Imprese Sportive) di patron Vittorio Strumolo nel periodo d'oro delle riunioni al Vigorelli e della rinata Sei Giorni al Palazzo dello Sport di Piazza VI Febbraio, a Milano, dove affianca quello che considerava il suo maestro nella funzione di direttore di riunione, il grande Gaetano "Tano" Belloni.
Con il passare degli anni Nino Recalcati è sempre più coinvolto nel ciclismo; Vigorelli, Palazzo dello Sport, vecchio e nuovo, lo vedono sempre maggiormente impegnato, anche se sempre defilato, mai in prima fila, e dopo la S.I.S., con la Federazione Ciclistica, accanto ad Agostino Omini, Renato Di Rocco, Lino Massaretti, Giovanni Michelotti e fino ad Alcide Cerato e collaborando sempre con il Giro d'Italia per gli arrivi finali a Milano. Favoriva i contatti fra squadre e organizzatori, grazie alle sue conoscenze, e svolgeva pure il ruolo di condirettore di corsa in molte gare del calendario nazionale.
Il suo nome è però legato ai circuiti a ingaggio, in ogni parte d'Italia. Al culmine dell'attività, a metà degli anni 1970, Nino Recalcati organizzò in un solo anno quarantacinque circuiti. Era disponibile e collaborativo con tutti gli organizzatori locali e cercava sempre di fare collimare gli interessi, sovente opposti, degli appassionati organizzatori e dei corridori, campioni o gregari che fossero. Se necessario, era anche speaker, contagiri e, soprattutto, paziente e instancabile tessitore per giungere alla definizione di ogni problema.
Dopo la metà degli anni 1990 Nino Recalcati lascia gradualmente l'attività che, nel frattempo, si era assai ridimensionata con il mutare di molti aspetti del ciclismo.
Purtroppo è colpito da una malattia invalidante che lo limita anche nei movimenti e scompare nel 2007.
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