Storia di Bruno Piancastelli

Nato nel 1933 a Brisighella entra nel mondo del ciclismo come dilettante nel 1953 iscrivendosi alla "Baracca" di Lugo dove rimane anche l'anno successivo. Il direttore sportivo Lugatti non tarda a capire di trovarsi di fronte ad un buon passista dotato anche di spunto veloce, ma nel contempo deve fare i conti con l'indole pigra di Bruno che non assicura continuità nel rendimento. Si alternano così prove eccellenti ad altre di più modesto spessore. Nel 1955 passa alla "Nicolò Biondo" di Carpi dove trova Ercole Baldini che con lui aveva difeso i colori della "Baracca" nel 1953, ma i risultati sono inferiori alle aspettative.
Nel 1956 e 1957 corre per il "Pedale Ravennate" ed è in questo biennio che riesce ad esprimere una maggiore maturità agonistica. Tra le vittorie del 1956 di rilievo quelle ottenute a Rimini nella XII San Pellegrino e, tra i piazzamenti, il terzo posto nel Gran Premio Ceramiche di Faenza dopo essere stato tra i protagonisti in salita. Nel 1957 si impone in modo perentorio allo sprint nella Coppa Padovani, a San Zaccaria nel Gran Premio Sarom, a Santerno nella Coppa Andrini e nella Coppa Fabbrini sulle strade del Valdarno. Nello stesso anno è convocato al raduno collegiale degli azzurrabili a Valeggio sul Mincio; offre una buona prestazione nella Coppa Caldirola ma soprattutto si distingue nel Giro di Sardegna dove giunge terzo nelle prime due tappe concludendo la gara in sesta posizione in classifica generale. In un serrato sprint a Lugo batte Fiorenzo Cavalieri aggiudicandosi così la seconda prova del Giro di Romagna per dilettanti.
Nel 1958, passato alla "Forti e Liberi" di Forli, offre una prova superba nella Coppa Dal Fiume a Varignana restando in fuga dalle prime battute e staccando tutti nell'aspro circuito conclusivo. Nel secondo semestre dello stesso anno prende al volo l'offerta di passare professionista con la "Legnano" e in maglia verde-oliva partecipa al Giro dei due Mari gara a tappe organizzata dal quotidiano sportivo "Stadio". Ma l'euforia iniziale si spegne presto di fronte alle non poche difficoltà d'inserimento nella categoria superiore. Alla fine del 1958 Piancastelli decide di appendere la bicicletta al chiodo e di chiudere con l'attività agonistica.
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