Il giorno più triste della carriera di Arnaldo Pambianco

Waregem (Belgio) anno 1957, si sta svolgendo la prova in linea del Campionato Mondiale dilettanti ed il combattivo Arnaldo, grande protagonista della corsa, sta per conquistare la maglia iridata, ma all'ultimo chilometro ........ .
Torniamo qualche chilometro indietro; nel finale di gara Arnaldo è in un gruppetto in fuga con altri italiani. Si avvicina ad Oreste Magni e gli fa segno di andarsene ma lui risponde che è in riserva. C'è un fiammingo che ci ha provato e qualcuno deve pur inseguirlo. Arnaldo si decide e parte di slancio, lo riprende rapidamente e prosegue. Si gira per controllare la situazione e dietro c'è il vuoto. Gli inseguitori sono a duecento, trecento metri. Ma nel gruppetto un altro italiano, Pizzoglio, fa il furbo e, di tanto in tanto, si porta in testa a tirare. Eppure il vantaggio oscilla tra i quindici e i trenta secondi. Si passa davanti ai box e il CT Proietti gli urla: "Come stai?". Arnaldo gli risponde che le gambe girano bene ma che dietro Pizzoglio sta facendo il gioco degli avversari. Oreste Magni cerca di far desistere Pizzoglio dal tirare ma stremato si stacca. Comincia l'ultimo giro: i dieci inseguitori hanno sempre lo stesso ritardo e l'ultima salita sembra troppo breve (300 metri) per poter riacciuffare il fuggitivo. A un chilometro e mezzo però Arnaldo si gira e vede arrivare il fiammingo Luis Proost, trainato da una moto del seguito, che gli piomba addosso. Tira un forte vento ed Arnaldo stringe i denti e si porta al mozzo del belga, che rallenta e riparte per l'ultima sparata che risulterà vittoriosa. Arnaldo arriva secondo, stremato ed amareggiato, conquistando una medaglia d'argento che non significa nulla. I giornali titolano: "Pambianco, grande protagonista della corsa iridata, piange".
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