Giovanni Metra

Nato a Campospinoso (PV) il 2 agosto 1933, deceduto a Stradella il 29 settembre 2011. Passista. Alto m. 1,78 per 73 kg. Professionista dal 1957 al 1961, senza ottenere vittorie.
Buon dilettante, più piazzato che vittorioso, ma nel complesso uno sul quale si poteva contare, circa un certo protagonismo nelle gare lombarde per "puri", a metà degli anni cinquanta. Nella categoria si segnalò soprattutto nel '56, per un paio di vittorie come ad Ivrea, nel GP Serse Coppi, una crono-coppie corsa con Chiodini e per il successo colto nel GP Colli Rovescalesi, nonché per il 3° posto nel Campionato Italiano. Piacque a Learco Guerra, che lo fece esordire fra i professionisti della Faema, alla vigilia del Giro di Lombardia di quell'anno. Metra rispose bene, chiudendo 49°, ma lavorando con volontà per il capitano Rik Van Looy. Confermato nel già celebre team dalle maglie rosse con fascia bianca per il biennio '57-'58, il corridore pavese, si confermò buon gregario (oltre a Van Looy, nel team di Guerra, correva anche l'Angelo della Montagna Charly Gaul) e trovò modo di piazzarsi diverse volte. In quel lasso, fu 3° nel GP di Montenero della Bisaccia, 4° nel Giro della Provincia di Reggio Calabria, 5° nel GP Guazzora, 7° nel Tricolore Indipendenti, 9° nel GP Pontremoli e nel Giro della Valle del Crati, tutti piazzamenti colti nel '57, indi nel '58, fu 3° nel GP Adda 5° nel Giro di Sicilia e nella Torino-Nizza, 6° nel GP Asborno, 8° nel GP Santerno, 9° nella Milano Mantova. Le sue doti sul passo e le sue trenate apprezzate da Gaul, convinsero Guerra a portarlo all'Emi nel 1959 e la risposta di Metra fu ottima, perché schierato per la prima volta al Giro d'Italia, fu nella grande corsa rosa, una bella spalla per la cavalcata vittoriosa dell'Angelo della Montagna. Il pavese chiuse il Giro 77°. Anche l'anno successivo fu per Metra sulla stessa falsariga, anche se stavolta, al Giro d'Italia, Gaul colse il gradino più basso del podio, mentre lui chiuse 47°. Nel 1961, scioltasi l'Emi, Metra passò alla neonata Vov, al servizio di un altro illustre capitano: Federico Martin detto Bahamontes. Giovanni, nella Corsa Rosa si ritirò, ma sfiorò la vittoria nella tappa di Losanna al Giro di Romandia. A fine stagione però, decise di abbandonare l'agonismo. Nel dopo carriera, fu per un breve periodo diesse di Emanuele Bombini fra i dilettanti, ma la carriera da tecnico non gli piaceva e....restò nel ciclismo attraverso il ruolo di rappresentante di macchine da caffè per la Faema, l'azienda che fu il suo primo sponsor fra i prof.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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