Emilio Ciolli

Nato a Figline Valdarno (Firenze) il 27 gennaio 1933, deceduto a Firenze il 23 dicembre 2012. Passista scalatore, alto m. 1,80 per kg. 72. Professionista dal settembre 1954 al 1964, con una vittoria.
Ha saputo ritagliarsi una discreta carriera professionistica, dopo esser stato un buon dilettante. Non dotato di grande talento, sicuramente inferiore a quello del fratello maggiore Marcello che lo spinse al ciclismo, è riuscito ugualmente ad emergere per la sua volontà. "Ciollino", come veniva chiamato, era una sorta di gladiatore che non mollava mai. Fra i dilettanti colse bei traguardi, a cominciare dalla Milano Rapallo, vinta nel '52, stagione nella quale trionfò pure nel GP Arezzo e nel Giro di Bolsena. Nel '53 fece sua la Coppa Sinalunga e l'anno seguente tagliò per primo il traguardo della Coppa Città del Marmo. Fu proprio quest'ultimo successo, a spingere la Frejus a dargli, nel settembre '54, una opportunità professionistica. Giusto in tempo per correre il Giro di Lombardia, che chiuse 31°. Nel '55, mostrò la sua abnegazione, ed anche se non colse successi, trovò comunque modo di distinguersi. Fu 3° nella Coppa Parabiago, 5° nel Giro dell'Appennino, 10° nella classifica finale del Giro di Puglia e Lucania, 16° nel Campionato Italiano, 17° nella Milano Sanremo. Partecipò al suo primo Giro d'Italia, che concluse al 29° posto (7° nella tappa di San Pellegrino). Nel 1956, passò all'ambiziosa Ignis di patron Borghi, ed iniziò lì la sua fama di gregario affidabile e generoso. Il primo anno però, fu amaro, a causa di continui malanni. Andò decisamente meglio nella stagione seguente, dove colse la sua unica vittoria di carriera, nel GP Saca a Pistoia e conseguì una bella serie di piazzamenti. Purtroppo, non partecipò al Giro, perché l'Ignis schierò la componente spagnola della squadra. Nel 1958, continuò a cogliere piazzamenti e ritornò al Giro d'Italia, dove però fu costretto al ritiro. A fine stagione l'Ignis modificò i suoi assetti e per "Ciollino" s'aprì una fase di precarietà, che perdurò per tre anni e dove il solo Francesco Pretti con la sua Audax Cagliari, fu tangibile verso di lui. Nel 1959, comunque, il corridore toscano raccolse buoni piazzamenti. Il ritorno al sole avvenne però nel 1962, quando l'Avvocatt Eberardo Pavesi lo portò in Legnano, affinché fungesse da spalla di Imerio Massignan. Partecipò così al Tour de France che concluse 92°. Ormai gregario principe delle maglie verde-oliva, nel '63 e '64 partecipò ad altri due Giri d'Italia, chiudendoli rispettivamente 63° e 96°. A fine '64 appese la bici al chiodo e divenne un operatore dell'Enel, fino alla pensione. È morto l'antivigilia di Natale 2012, a quasi 80 anni, dopo una lunga malattia.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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