Giancarlo Tartoni

Nato a Montepiano (FI) il 20 novembre 1948. Passista veloce, alto m. 1,81 per kg. 77. Professionista dal 1969 al 1979, con due vittorie.
Un corridore che è riuscito a ricavare la parte migliore della sua carriera, quando ormai era considerato un giovane ex. Una storia rara, la sua. Un unico sodalizio precedente il professionismo; un passaggio all'elite molto giovane, senza particolari attese; una ripresa della attività dopo più di un anno di lontananza dalle corse e mesi senza inforcare la bicicletta, ed una mai celata volontà di non reprimere troppo le bellezze della vita giovanile, a vantaggio del mestiere di ciclista.
Iniziò a pedalare agonisticamente fra gli allievi nel 1964, con le maglie dell'Associazione Ciclistica Pratese. Divenne abbastanza presto un piazzato più che un vincente, senza comunque dannarsi troppo a ricercare quelle vittorie che potevano lanciarlo verso il professionismo. Anche fra i dilettanti, infatti, si mostrò più piazzato che vincente. La grande opportunità di un passaggio fra i prof però, gli si presentò ugualmente, all'alba della stagione 1969, ad appena vent'anni. La squadra che lo pose sotto contratto, fu la bolognese Gris 2000, una formazione composta da tanti neopro, quindi corridori molto giovani, ma nessun ventenne come Tartoni. La stagione d'esordio lo vide in gran bella evidenza al Giro di Sardegna, dove colse un quarto, un nono e due quindicesimi posti di tappa. Fu poi 15° alla Milano Vignola e prese parte al Giro d'Italia, ma si ritirò nel corso della quinta frazione che si concludeva a Follonica. Fu poi 2° nel Circuito San Venanzio di Galliera.
Nel 1970 passò alla Cosatto Marsicano. Partì benino, col 14° posto alla Sassari Cagliari, ma poi entrò nell'anonimato. L'anno seguente, s'accasò alla Magniflex, affiliata in Belgio (con solo sei italiani in organico), ma non uscì ugualmente dall'anonimato, pur partecipando al Giro d'Italia. Qui, si ritirò nel corso della seconda frazione con arrivo a Potenza. A quel punto smise di correre e rimase per tutto il 1972 lontano dal ciclismo. Idem, agli inizi del '73. Poi, grazie ad una ristretta cerchia di amici, fra i quali anche l'indimenticabile ex campione Aldo Bini, si convinse a risalire sulla bici, ed a fine anno la costituenda Furzi gli offrì la possibilità di correre nelle sue file per la stagione '74. Il nuovo Tartoni si impegnò. Fu 3° nel Circuito Manciano, 7° con Varini e Brunetti nella Cronostaffetta e, finalmente, concluse il Giro d'Italia: 93°. Soprattutto imparò a fare il gregario, o la spalla a dir si voglia, mostrando sulla bicicletta e nell'intorno, una mentalità che si pensava sconosciuta. Confermato in Furzi per il '75, migliorò quello che s'era visto nel '74: fu 6° nella tappa Omegna-Pontoglio la diciassettesima del Giro d'Italia, che concluse 54°; indi fu 3° nel Circuito di Tavernelle, 7° nella Cronostafetta con Chinetti e Lanzafame e 11° nella Milano Vignola. Tornò alla Magniflex, stavolta affiliata in Italia, nel 1976. Nella stagione chiuse al 60° posto il Giro d'Italia, fu nuovamente 3° nel Circuito Tavernelle Val di Pesa, 3° nel Circuito di Pietra Ligure e 14° nel Trofeo Matteotti. Ormai consolidato gregario, aspettava la occasione per fare la sua corsa, trovando in sé quella fiducia che in passato non aveva mai cercato con profonda volontà. E la stagione '77, passata sempre in Magniflex, lo premiò. Partecipò dapprima alla Vuelta di Spagna dove al lavoro per il giovane capitano Garry Clively, aggiunse il 15° posto nella frazione di El Saler e, soprattutto, il 3° in quella di Monzon. Si ritirò poi alla terzultima tappa per non compromettere il precario stato di salute vista la vicinanza col Giro d'Italia. E fu proprio nella corsa rosa che "esplose" dominando la 13a tappa, la Mondovì-Varzi. Si ritirò poi a tre giornate dalla fine della "Corsa Rosa", ma uscì dalla manifestazione con tanta fiducia. Ed infatti ad inizio luglio, vinse con una gran bella volata il Gran Premio di Larciano, prima edizione di quella che in poco tempo divenne una classica nazionale. Nel 1978, sempre in Magniflex, continuò a lavorare per la squadra cogliendo in stagione il 10° posto nella frazione di Padova al Giro d'Italia, chiuso 62°. Terminò la carriera nel 1979, correndo ancora per la Magniflex, ma fermandosi all'indomani del ritiro dalla "Corsa Rosa".
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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