Eraldo Fornari

Nato a Vignola (MO) il 30 marzo 1907, deceduto a Cesena il 19 settembre 1981. Fondista. Professionista indipendente dal 1929 al 1933 senza vittorie. La passione verso il ciclismo, divenne coinvolgente in lui quando si trasferì definitivamente con la famiglia a Cesena. Doveva ancora compiere i sedici anni. Qualche mese dopo, era già allievo nelle file della Renato Serra, società nella quale militerà fino al passaggio fra gli indipendenti. Operaio in un caseificio, seppe rendere compatibili gli allenamenti col lavoro, ed iniziò a distinguersi agonisticamente. Era un corridore completo ma senza punte. Potremmo definirlo tecnicamente un ignavo del pedale, ma con un cuore grande e generoso, quindi in grado di emergere anche se non in fasce d'elezione. Da dilettante vinse qualche corsa e colse tanti piazzamenti, perché era uno che arrivava sempre. Il tempo cementò in lui la necessità di provarsi su palcoscenici più stimolanti e, nel 1929, fece il salto fra gli indipendenti. Durante il primo anno nella nuova categoria, finì al 5° posto nella Coppa Appennino e al 6° nella Novi-Verona-Novi. L'anno seguente fu protagonista alla Milano Modena conclusa al 2° posto, seppur a pari merito con altri. La bella prestazione gli valse l'invito, spesato dall'UVI, alla Torino Bruxelles, una breve corsa a tappe internazionale, consistente in tre frazioni. Era 34° in classifica alla partenza dell'ultima tappa, ma non poté arrivare alla capitale del Belgio, a causa della rottura irreparabile della bicicletta. Nell'anno, fu poi 3° nella Treviso-Monte Grappa, 9° al Giro di Romagna e 56° alla Sanremo. Nel 1931 poté finalmente correre il Giro d'Italia, che concluse con un onorevole 46° posto, 8° fra gli indipendenti. A fine Giro, pagate tutte le spese, constatò di aver guadagnato 200 lire, praticamente la paga mensile di un manovale. L'anno seguente, il suo vero obiettivo era concludere bene il suo secondo Giro d'Italia. Le cose per Fornari stavano andando bene, ma alla terzultima tappa, un uovo avariato, lo squassò al punto di costringerlo al ritiro. Nella stagione fu positivo sia alla Sanremo che alla Treviso-Monte Grappa, aldilà dei piazzamenti di rincalzo rispettivamente 73° e 16°. Nel 1933 chiuse con l'agonismo col 10° posto nel Circuito Belfiore a cronometro. Finita la carriera divenne massaggiatore e lavorò per la Bottecchia e per Mario Vicini. Poi, nei primi anni '50, vide in azione un giovane che sembrava un treno, ma sul quale non tutti scommettevano. Quel giovane, si chiamava Ercole Baldini. Eraldo Fornari, divenne il riferimento di quel ragazzone forlivese che, al velodromo Vigorelli, a fine '54, stabilì il Record Mondiale dell'ora dilettanti, percorrendo 44,870 km. E lui, l'antico fondista cesenate, mentre Baldini pigiava sui pedali ormai iridati, si sciolse negli incitamenti, nonostante fosse accompagnato da un febbrone incredibile.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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