Felice Marchesi

Nato ad Albano S. Alessandro (BG) il 14 ottobre 1940, deceduto a Bergamo il 24 novembre 2013. Passista, alto m. 1,74 per kg. 72. Professionista dal 1966 al 1970, senza ottenere vittorie.
Un buon passista che non ha trovato modo di emergere anche nei professionisti, forse perché aveva speso sulla interminabile parentesi dilettantistica il meglio di sé. Ma da dilettante, era stato davvero un riferimento per la categoria, uno che stava tranquillamente, perlomeno per un triennio, nei primi trenta a livello nazionale. Ed allora, e questo andrebbe ripetuto fino alla noia, le corse dilettantistiche erano sovrapponibili per lunghezze e difficoltà a quelle professionistiche di oggi, escluse le classiche e solo talune tappe (la stragrande minoranza) dei GT. Sta di fatto, che nelle lunghe corse professionistiche degli anni sessanta ed inizio settanta, consumate con un modo di correre diverso da quello dei "puri" e cosiddette sparate inimmaginabili prima, un corridore poteva "pagare dazio" e raccogliere risultanze lontanissime da quelle di quando portava il caschetto in testa.
Felice Marchesi, iniziò a correre fra gli allievi, all'alba dei 18 anni, con l'Unione Sportiva Seriate. La parentesi nella categoria lo vide crescere più piazzato che vincente, ma con una naturale propensione verso le caratteristiche di passista veloce. Aspetto che si tradusse ancor più sincronico fra i dilettanti, dove con la maglia dell'Unione Ciclistica Bergamasca, Marchesi s'elesse protagonista delle corse lombarde del biennio '61-'62, dove raccolse fra primi e secondi posti e due maglie di campione provinciale di Bergamo, una trentina di gradi più alti del podio. Altrettanto, per numeri e qualità nel biennio 1963-'64, dove con le maglie dell'Unione Sportiva Albano, vinse fra le altre corse, la classica Milano-Tortona e fu azzurro pure vincente al Giro di Guatemala '63, dove vinse una tappa. In quel lasso ebbe occasione di battagliere e pure di affermarsi su un certo Felice Gimondi. Marchesi però, non riuscì a passare prof nel 1965, annata in cui ritornò all'U.C. Bergamasca e si piazzò fra primi e secondi posti, ancora una ventina di volte. Col sodalizio bergamasco rimase anche nel 1966, dove rivestì l'azzurro al Giro di Bulgaria, corsa nella quale vinse due tappe. Finalmente, nel 1967, arrivò il professionismo col le maglie dell'Amaro 18 Isolabella. Nell'anno il suo miglior piazzamento fu l'11° posto nel Circuito delle Mura di Bergamo. Col sodalizio italo-svizzero corse anche nel 1968, stagione nella quale fu 5° nel GP Fontanellato e 22° nel Campionato Italiano, ma si ritirò al Tour de Suisse. Nel 1969, s'accasò alla svizzera Costa Azzurra Zingonia. I suoi migliori risultati di stagione, furono il 6° posto al Campionato Tedesco della Montagna e il 10° al GP di Dortmund. In Italia fu 32° al Giro di Toscana. Nel 1970, approdò alla Mobel Huser cogliendo due terzi posti di tappa al Giro di Bach e il posto d'onore finale nella manifestazione. A fine anno abbandonò il professionismo, iniziando gradualmente a correre fra gli amatori. Nel 1978 vinse la Coppa del Mondo amatoriale.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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