Alfonso Piccin

Nato a San Martino di Colle Umberto (TV) il 4 settembre 1901, deceduto a Vittorio Veneto l'8 settembre 1932. Completo. Professionista dal 1924 al 1931 con 5 vittorie. Un corridore che per la completezza delle sue caratteristiche poteva recitare ottime pagine, invece, alla storia, è passato per l'amicizia fraterna che lo legò al grande concittadino Ottavio Bottecchia, di cui fu valoroso gregario. E come l'amico capitano, anche a lui lungo le strade delle sue terre, arrivò un anticipato e misterioso incontro con l'irreparabile. L'8 settembre 1932, qualche mese dopo l'abbandono dell'attività ciclistica e solo quattro giorni dopo il suo trentunesimo compleanno, mentre stava tornando a casa da Aviano con quella motocicletta che si era comprato coi guadagni da corridore e che amava anche più della stessa bici, si schiantò contro il muro della scuola di San Giacomo di Veglia, morendo praticamente sul colpo. Nessuno vide l' incidente, ma la curva che precedeva l'edificio della tragedia, era amplissima e priva del benché minimo ostacolo. In altre parole, un accaduto molto strano.
Il corridore Piccin, sulle orme del più anziano Bottecchia, si mostrò gran dilettante al punto di vincere, nel 1923, il Giro del Belvedere e, nel 1924, il Giro del Piave, la Coppa Città di San Vito, il Piccolo Giro di Lombardia e, soprattutto, il Campionato Italiano della categoria. Alla fine di quella stagione passò professionista con l'Aliprandi, in tempo per correre il Giro della Provincia di Milano, una già celebre crono coppie, dove assieme a Dinale chiuse 4°. Nel '25, il grande Bottecchia lo chiamò con sé alla grande squadra francese dell'Automoto e lì nacque il suo ruolo di spalla, con la conseguenza di diminuire assai gli spazi per sé. Ciononostante, in quell'anno vinse il Criterium d'Apertura di Milano, fu 2° con Zanaga al Giro della Provincia di Milano, 3° nella Coppa Città di Carpi e nel Criterium Campano, 7° nella Parigi-Tours, corsa con la squadra di Eugene Christophe (che era un "sodalizio spalla" dell'Automoto), 13° nella Milano Sanremo e chiuse 25° il Tour de France, corso in completa assistenza verso il vincitore Bottecchia. Nella stagione seguente, il calo vistoso dell'amico capitano, parve aprire anche il suo. Infatti, aldilà del 3° posto nella Milano Modena, Piccin non vide mai il podio: solo dei piazzamenti d'altro spessore in Francia, Spagna e Italia. Parve raggiungere quelli che erano gli auspici d'un tempo nel 1927, quando vinse l'Astico-Brenta, il Giro del Veneto, abbinato quell'anno allo scomparso Ottavio Bottecchia, fu 2° nel Giro di Lombardia vinto dall'imbattibile Binda e colse altri piazzamenti minori in Italia e all'estero. Anche nel 1928 andò bellamente a segno, vincendo il Giro dell'Emilia ed il Criterium di Bologna, fu poi 3° nel Giro del Veneto e 6° nel Campionato Italiano, ma per il resto, i piazzamenti e gli andamenti peggiorarono. Ed infatti, continuò a correre fino al 1931, ma con risultanze lontanissime dal suo potenziale d'origine. Poi, nel '32, quel fatto che lo spinse verso l'irreparabile.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy