Alessandro Malaguti

Nato a Forlì il 22 settembre 1987. Passista veloce. Alto 1,74 per 67 kg. Professionista dal 2011 al 2016 con tre vittorie.
Un corridore da considerarsi esempio di come la meticolosità, la precisione e la disponibilità al sacrificio, possano fare ciò che non è per nulla scontato prevedere. Non essendo un fenomeno o un talentuoso di livello evidente, s'è costruito con intelligenza su quelle facoltà sopra accennate. Ed era così fin da bambino, quando iniziò a praticare il ciclismo, al punto che l'insieme di domande che faceva per capire ed eventualmente modificare, o quella indole verso la ricerca della perfezione, che lo portava ancora a chiedere o, al limite, a lamentarsi, gli fecero ereditare ben presto il nomignolo di "Gnula". Nel dialetto romagnolo il termine riassume in cinque lettere chi si lamenta con una certa costanza. Un "Gnula" simpatico, comunque, con tanti amici, ma pure un "Gnula" da cui si poteva imparare tanto.
Alessandro arrivò presto al ciclismo, da giovanissimo, sulle orme del fratello Roberto, che era stato dilettante. Cresciuto nella Società Ciclistica Forlivese, sodalizio col quale ha corso fino agli juniores, il già divenuto "Gnula" seppe migliorare di anno in anno, che è poi il modo migliore per farsi in questo sport così complicato e dispendioso. Non un vincente per antonomasia, ma uno che ad ogni stagione aggiungeva mattoncini di credibilità. Nel 2006 passò fra gli under 23 col Velo Club Bologna dimostrando già dalla prima stagione di poter divenire un buon corridore. Ed infatti, l'anno seguente, entrò a far parte di uno del più prestigiosi sodalizi dilettantistici marchigiani di sempre, il Gruppo Sportivo Calzaturieri Montegranaro. In questo team Malaguti è restato fino al termine dell'esperienza dilettantistica, diventando un vincente di gare di spessore e prestigio. Su tutte, le vittorie nella storica Coppa del Mobilio 2008, una corsa internazionale che si svolge nell'intorno di Ponsacco di Pisa, in due frazioni, una in linea e l'altra a cronometro e, nel 2009, il Gran Premio San Giuseppe, gran classica che si corre a Montecassiano di Macerata.
Nel 2011 Alessandro è passato professionista con la formazione italo-ungherese Ora Hotels-Carrera. Nell'anno d'esordio, subito la bella vittoria, nella quinta tappa della Vuelta d'Uruguay. L'anno seguente però, al pari di diversi colleghi, rimase vittima di un bel pasticcio: il trasferimento alla Miche-Guerciotti, dopo diverse settimane d'attesa saltò definitivamente a causa della negazione dell'iscrizione del team, ed alla fine, dopo quattro mesi senza nessuna corsa, il passaggio, su consiglio della stessa Miche, al semiprofessionistico sodalizio bulgaro, Hemus 1896. Di fatto, una stagione buttata. Nel 2013, finalmente, il passaggio ad un buon sodalizio, l'Androni Giocattoli-Venezuela di Gianni Savio e con questo team Alessandro giunse alla vittoria più bella ed importante: la Route Adélie de Vitré, in Bretagna, una classica del calendario francese. Fu una vittoria indimenticabile (nella foto sotto l'epilogo), perché colta da campione in una giornata di tregenda, davanti ad un folto pubblico, un mese dopo la morte di sua mamma Caterina. L'anno seguente s'accasò alla Vini Fantini-Nippo di Stefano Giuliani. Durante la stagione dopo tanti piazzamenti, vinse la prima tappa del Tour de Hokkaido e terminò secondo nella classifica finale. Nel 2015, col medesimo team poté finalmente partecipare al Giro d'Italia. "Gnula" aveva detto agli amici: "Correrò da garibaldino e nella tappa di Forlì, farò parte della fuga che si giocherà la tappa". Le sue previsioni furono esatte. Alla sesta tappa si rese protagonista di una lunga fuga che, però, non arrivò a giocarsi la frazione. Il 19 maggio, invece, durante la decima tappa che da Civitanova Marche si concludeva nella sua Forlì, entrò nel tentativo di un drappello di audaci e, dopo 200 km di fuga, si poté giocare il successo. Negli ultimi 500 metri Malaguti diede la sensazione di potercela fare, ma finì terzo. Chiuse il Giro 154°. Nel 2016 passò al team Unieuro-Wilier cogliendo diversi piazzamenti, ma a fine stagione, appena compiuti i 29 anni, decise di chiudere con l'agonismo diretto, ma non con lo sport della bicicletta. E cosa poteva fare nel dopo il meticoloso e perfezionista "Gnula", se non il preparatore e biomeccanico. Ne è tagliato in ogni senso, potrebbe essere davvero quel gran campione che non è stato sulla bici. Intanto, dopo tre quarti di Economia e Commercio s'è diretto verso Scienze Motorie, ed ha aperto col fisioterapista che lo seguiva da corridore, un Centro in Forlì.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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