Aldo Baito

Nato a Gorla Minore (Varese) il 4 gennaio 1920, deceduto a Varese il 20 dicembre 2015. Passista-veloce alto 1,73 m. per 70kg. Professionista dall'ottobre 1945 al 1951 con 5 vittorie.
Un ciclista precoce, che ha giocato presto le sue migliori cartucce e che è tramontato probabilmente anzitempo. Ovviamente, sul giudizio, per Baito, come per tutti i corridori di quell'epoca, va considerato il peso indeterminabile della guerra, anche se vissuta da civile.
Agonisticamente, le poche gare del periodo bellico, con partecipazioni rarefatte e conseguentemente meno attendibili, ci narrano di un corridore ardimentoso, efficace e buono su tutti i terreni, al punto di vincere il Campionato Italiano dilettanti nel 1944. Poi, l'anno seguente, vinse coi compagni dell'Azzini di Milano, Ermacora, Michele Motta e Gamba, quella Coppa Italia che era e sarà per i cosiddetti "puri", per molto tempo ancora, una prova di assoluto prestigio, praticamente pari al tricolore individuale. Si confermò sul podio, 3°, al Campionato Italiano su strada, ed ai primi di ottobre passò professionista in maglia Bianchi. In tempo per partecipare al Giro di Lombardia e cogliere un significativo 5° posto.
Il 1946 fu il suo anno migliore. Lo passò correndo a volte con la Bianchi, altre con la Ricci, la Ray, l'Olmo, la Gira e soprattutto il Velo Club Bustese, sodalizio per il quale corse il Giro d'Italia. E nella Corsa Rosa, dopo un bel 2° posto nella frazione che si concludeva a Genova, vinse alla grande in perfetta solitudine la Roma-Perugia, chiudendo poi il Giro all'11° posto. Nell'anno vinse anche la Coppa San Giorgio a Legnano, la Coppa Begrini a Cinesello Balsamo e partecipò con profitto alla Monaco-Parigi, detta anche Petit Tour, la manifestazione a tappe più importante dell'anno in terra francese. Il comportamento di Baito fu eccellente: sempre protagonista, vinse la tappa che si concludeva a Digne, suo quarto successo stagionale, e chiuse 6° a Parigi. Il suo Petit Tour gli rese popolarità in Francia e ciò lo spinse a pensare, di alternare alle corse italiane, quanto possibile, diverse prove oltralpe. Nell'anno colse anche i secondi posti a Cossato e Bollate.
Nel 1947 passò alla Olmo in pianta stabile, ma il suo rendimento calò: vinse il Gran Premio Salsomaggiore, finì 4° nella Parigi-Nantes, ma si ritirò al Giro d'Italia. Il 1948 lo corse con le maglie della Viscontea e della francese Rochet. Nell'anno non vinse, si ritirò nuovamente al Giro d'Italia, fu 2° nella tappa di Ginevra al Giro di Romandia (chiuso al 9° posto) e finì 5° alla Milano Torino. Anche nel 1949, dove Baito corse per Rochet, Edelweiss, Cilo, Rubis e Duralca, l'andamento delle risultanze si confermò: con molte partecipazioni all'estero, il varesino finì 2° in una tappa del Giro della Provincia di Reggio Calabria (chiuso al 7° posto), 4° alla Sassari Cagliari e concluse la Parigi-Roubaix al 99° posto. Si ritirò sia al Giro d'Italia che al Tour de Suisse. Ormai logoro, corse con la Rochet anche le stagioni 1950 e '51, cogliendo un 2° posto nella Vienna Graz nel '50.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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