Storia di Baldissera Veleda

Nato a Nogaredo di Prato il 7 marzo 1940, Baldissera era il secondogenito di Augusto e di Maria Feruglio. Cresciuto in una famiglia povera e semplice in fondo a via Pagnutti, Baldissera da giovane era un ragazzo sveglio e sempre sorridente, un «gran compagnon». Talento raro in bicicletta, Veleda raggiungeva una media di oltre una decina di successi l'anno alcuni dei quali anche in campo internazionale. Il 19 aprile 1956 partecipò alla sua prima corsa, la Udine-Codroipo e ritorno, con la squadra Ciclo Assi Friuli vincendo la gara in solitaria. Nel 1960 Veleda si trasferì dal sodalizio friulano alla Salco di Empoli con cui continuò ad inanellare molte vittorie. Fra queste, vanno citate quelle dei gran premi del Cuoio a Prato, di Camaiore, di Sotto il Monte e del Libro a Pontremoli. Straordinario anche il secondo posto ottenuto nel 1961 a Schweinfurt in Germania al termine di una fuga lunga 220 chilometri. Dopo l'interruzione della gara a metà percorso poiché l'asfalto si scioglieva, a due chilometri dal traguardo Veleda venne raggiunto e battuto solamente dal campione del mondo. Quando ebbe la possibilità di passare professionista una broncopolmonite, aggravata da una nefrite, interruppe bruscamente una carriera che sarebbe stata sicuramente ancora ricca di successi. Concluse l'attività all'età di soli 24 anni indossando la casacca della Libertas Udine, società cui regalò la vittoria nella coppa San Vito. Un aneddoto per far capire l'onestà del giovane Veleda: durante una gara in Toscana gli venne a mancare l'acqua, allora avvicinò uno dei giudici di gara che seguivano il gruppo in moto e gli promise che, in cambio dell'acqua, gli avrebbe lasciato tutti i premi destinati al vincitore. L'acqua gli venne consegnata e Veleda vinse la gara lasciando in Toscana tutti i premi come promesso.
Dopo la carriera sportiva, lavorò come imbianchino e infermiere all'ospedale di Udine.
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