Secondo Barisone

Nato il 29 marzo 1925 a Pozzolo Formigaro (AL), ed ivi deceduto il 14 luglio 2002. Professionista dal 1945 al 1952 con quattro vittorie. Iniziò a correre nel 1940 fra gli allievi e nelle categorie giovanili ciclistiche fu un autentico vincente. Nel 1942 vinse 18 corse! La società dilettantistica (molto più organizzata di quasi tutte le professionistiche) che lo fece crescere, era quella SIOF del nocchiero per eccellenza Biagio Cavanna. Barisone, dal carattere deciso e poco incline ad accettare quei compromessi atti a convivere meglio con uno sport duro come il ciclismo, divenne professionista giovanissimo, non ancora ventunenne, nell'ottobre 1945, all'interno della Bianchi di Fausto Coppi. Il tutto sulle ali di un successo notevole perché gara a tappe di carattere promiscuo (dilettanti scelti, indipendenti e professionisti) come il Giro del Piemonte. E da prof, nel 1946, il giovane Barisone vinse subito il Gran Premio Liberazione a Torino, chiuse 2° la Coppa Carena, fu 5° nella Coppa Moncalvo, 6° nella Coppa Daveri, 7° nel Trofeo di Lugano, 12° nel Giro di Romagna e, soprattutto, concluse 19° il Giro d'Italia, dopo aver provato per ovvie esigenze di squadra a fare il gregario di Fausto Coppi e dopo diversi piazzamenti nei primi dieci di tappa. Il ruolo di spalla-gregario però, non combinava con le attenzioni, le esigenze ed il carattere di Secondo che, a fine stagione, passò alla Welter. Il 1947 comunque, non fu pari alle speranze di molti e di un osservatorio che l'aveva visto come un possibile campione. Nella stagione il miglior piazzamento di Barisone fu il 9° posto nella tappa di Sant'Eufemia al Giro d'Italia chiuso al 47° posto. Per il resto solo posizioni di rincalzo, ed un significativo 55° posto al Campionato Italiano a punti. Nel 1948 solo il 5° posto al Trofeo Banfo, mentre nel '49 l'unica nota fu il suo ritiro al Giro d'Italia. Nel 1950, quando sembrava sul punti di chiudere la sua breve carriera decise di partire per l'Argentina, per cambiare vita. Quando vide che in quella terra il ciclismo era molto seguito e persino ben pagato, riprese da indipendente a correre fino a conquistare la più prestigiosa corsa argentina: la Coppa Peron. A premiarlo il Comandante Peron in persona. L'anno seguente ritornò in Europa accasandosi alla francese General-Cycles e nell'anno vinse il Circuit du Cote d'Azur. La voglia di correre però era passata e pur staccando la licenza anche nel 1952 durante la stagione chiuse col ciclismo agonistico.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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